Danni da vaccino astrazeneca e risarcimento per “paura di ammalarsi”
Secondo una delle associazioni di consumatori più importanti, i cittadini potranno intervenire per richiedere i danni da vaccino astrazeneca, o meglio, potranno richiedere “il risarcimento del danno non patrimoniale causato dalla paura di ammalarsi per avere ricevuto la somministrazione del vaccino Astrazeneca autorizzato dalle competenti autorità Italiane”.
Ma cosa si intende esattamente per “danno da paura di ammalarsi” e quando può essere risarcito il peggioramento della qualità della vita dei cittadini conseguente allo “stress” ed al turbamento per per la paura, appunto, di ammalarsi?
Danno da paura di ammalarsi: presupposti e condizioni per poterlo richiedere
Il danno da paura di ammalarsi è una tipologia di danno morale ormai riconosciuto dalla Giurisprudenza da svariati anni in particolare a seguito del noto “caso Seveso” del 1976.
In tale occasione è stato risarcito il danno morale, anche in mancanza di una lesione all’integrità psicofisica (danno biologico) o di un altro evento produttivo di danno patrimoniale, ai soggetti che avevano subito un turbamento psichico di natura transitoria a causa dell’esposizione a sostanze inquinanti.
Di recente la Suprema Corte di Cassazione (sez. lavoro n. 24217/2017) è tornata sul tema dei danni da pericolo riconoscendo ad un lavoratore che per anni, senza adeguate protezioni, era rimasto esposto alle inalazioni pericolose delle fibre di amianto ed a cui erano sorte placche pleuriche, il danno per paura di ammalarsi, inteso quale “patimento d’animo per la probabilità di subire un pregiudizio fisico”, nella pecie di contrarre un tumore maligno.
Possiamo dunque affermare che il danno da paura di ammalarsi consiste nel patimento d’animo e nel turbamento provati per il sospetto di contrarre una malattia futura.
Nel nostro sistema giuridico la risarcibilità di tale voce di danno è stata accettata dalla dottrina maggioritaria e dalla giurisprudenza, pur non senza alcune importanti limitazioni che ne escludono l’ammissibilità.
Al riguardo, infatti, è bene osservare che, in base all’impostazione della Suprema Corte, la paura di ammalarsi, c.d. “danno da pericolo”, facendo parte della più ampia categoria dei danni non patrimoniali, è risarcibile, ai sensi dell’art. 2059 c.c., solo laddove sia espressamente previsto dalla legge ovvero quando si sia verificata una lesione di specifici diritti inviolabili (c.d. ingiustizia costituzionalmente qualificata).
Occorre, dunque, tenere conto dell’interesse leso, e non del mero pregiudizio sofferto o della lesione di qualsiasi bene giuridicamente rilevante, escludendo ogni meccanismo semplificato di liquidazione di tipo automatico, ed avendo riguardo:
- alle condizioni personali del soggetto;
- alla particolarità del caso concreto;
- alla reale entità del danno.
Questi caratteri non sono riscontrabili ad esempio nella lesione del cd. diritto alla tranquillità, inquadrabile in quegli sconvolgimenti quotidiani “consistenti in disagi, fastidi, disappunti, ansie ed ogni altro tipo di insoddisfazione” o nei casi in cui si richieda il risarcimento dei danni da stress provocati da un determinato fatto.
E’ innegabile, insomma, che l’ansia, la paura possono implicare dei danni nella sfera soggettiva della vittima e pregiudicare la qualità della sua vita, seppur per un periodo di tempo limitato, tuttavia, è necessaria sempre una rigida prova in ordine all’effettivo turbamento psichico subito.
Non basta dunque sostenere il turbamento provato per il sospetto di una malattia futura, ma è necessario che siano forniti elementi oggettivi di prova correlati al rischio concreto di contrarre la malattia.
Va, quindi, escluso il riconoscimento di pregiudizi inesistenti o comunque “bagatellari”.
Risarcimento danni vaccino Astrazeneca
Dopo il caos scoppiato sulle vaccinazioni Astrazeneca degli scorsi mesi, la situazione di totale incertezza e i continui cambiamenti nel piano vaccinale, secondo l’Associazione di consumatori, hanno di fatto messo potenzialmente a rischio la salute di quei soggetti che avevano ricevuto Astrazeneca pur essendo categorie a cui la somministrazione di tale vaccino era sconsigliabile.
Nello specifico l’azione legale che si vuole intentare mira a chiedere: “Il risarcimento del danno non patrimoniale causato dalla paura di ammalarsi per avere ricevuto la somministrazione del vaccino Astrazeneca autorizzato dalle competenti autorità Italiane”.
L’azione parte dal fatto che “le indicazioni dell’Aifa sull’utilizzo del vaccino Astrazeneca nel corso del tempo sono cambiate più volte: dapprima veniva autorizzato solo per soggetti fruitori fino a 55 anni, poi sospeso in attesa del parere dell’Ema – European Medicines Agency – dopo alcuni episodi di trombosi, quindi raccomandato per gli over 60. L’Aifa stessa è arrivata ad indicare/consigliare il farmaco per i più giovani ritenendo un utilizzo preferenziale dei vaccini a RNA (Pfizer o Moderna) nei soggetti più anziani e/o più fragili e un utilizzo preferenziale del vaccino Astrazeneca, in attesa di acquisire ulteriori dati, in soggetti tra i 18 e i 55 anni, per i quali sono disponibili evidenze maggiormente solide”.
Poi invece le cose sono cambiate e il vaccino anglosvedese viene raccomandato per i soggetti over-60 dal Ministero della Salute.
Nel maggio 2021 si assiste all’ennesima inversione di tendenza di Aifa che ritiene “la sicurezza della somministrazione di Astrazeneca nei soggetti di età inferiore a 60 anni rimane un tema ancora aperto e sul quale vi sono margini di incertezza”.
Risarcimento danni da paura di ammalarsi: quando spetta.
Non può negarsi che ci sono casi e questioni che inevitabilmente colpiscono più di altri, dove la sensazione di “dover” perseguire la giustizia è sentimento più forte di tutti.
Vero è anche che il risarcimento del danno biologico non include necessariamente anche il danno morale: le due categorie sono separate. Pensiamo a quegli illeciti nei quali il danno è causato dalla sola esposizione a sostanze tossiche, indipendentemente dall’insorgenza di vere e proprie patologie e, quindi, della sussistenza di un danno biologico.
Di certo il timore, quando supera determinate soglie, deve essere considerato una sofferenza al pari di quella che si prova per un braccio rotto o per una spalla lussata.
Tuttavia, il risarcimento del danno morale, come ci insegna la Corte non è sempre dovuto.
Perché determinate situazioni siano tutelate, occorre, infatti fare i conti, come si è visto sopra con la presenza di ulteriori elementi (obiettivi, concordanti e pacificamente non contestati) per l’assolvimento di determinati oneri probatori relativi:
- alla rilevante gravita dell’evento,
- all’effettivo turbamento psichico subito,
- al nesso causale fra il turbamento ed evento dannoso.
Nel caso sopra richiamato la Corte di Cassazione aveva ritenuto risarcibile il danno al lavoratore quale conseguenza della costante preoccupazione di contrarre il mesotelioma, atteso che era già stato acclamato che il lavoratore avesse contratto le placche pleuriche, in conseguenza dell’inalazione di fibre di amianto sul posto di lavoro, da cui si poteva presumere un serio e concreto pericolo di ammalarsi.
Perimenti nei casi di somministrazione di vaccino astrazeneca potrà essere riconosciuto il risarcimento soltanto a situaizoni qualificate che trovano riscontro oggettivo nella realtà fenomenica del soggetto. Ai fini del risarcimento del danno in questione, occorrerà verificare se i pregiudizi patiti, individuati e descritti analiticamente, rappresentino un’offesa effettivamente seria e grave dell’interesse costituzionalmente garantito.
Anche nell’ambito di un’azione di classe (ex art. 140bis cod. cons) il risarcimento del danno non patrimoniale presuppone la lesione di un interesse costituzionalmente tutelato, la gravità del danno e la non futilità del pregiudizio concretamente subito, di cui occorre individuare i tratti condivisi e le caratteristiche comuni a ciascun danneggiato.
Sarà escluso, pertanto, il risarcimento di pregiudizi legati a meri disagi, fastidi o ansie che non abbiano un qualificazione giuridica del pregiudizio subito.
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Avv. Angelo Forestieri
Avvocato con focus sulla Responsabilità civile e il Risarcimento danni alla persona e autore di varie pubblicazioni nei principali portali giuridici sui temi della responsabilità medica e della struttura sanitaria.
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