Diagnosi sbagliata: cosa fare?
La diagnosi sbagliata o errata è una tipologia di errore medico piuttosto frequente, che può causare danni più o meno gravi, a seconda delle situazioni, e si verifica quando il medico non inquadra esattamente il caso o diagnostica una malattia piuttosto che un’altra.
Il tuo diritto al risarcimento, infatti, nasce in virtù del pregiudizio subito a causa dell’errore del medico, colpevole di non aver inquadrato correttamente la patologia.
Non è sempre facile, tuttavia, riconoscere quando il medico sbaglia in questi casi.
Tantomeno il risarcimento scatta in automatico.
Pensiamo, ad esempio, ai casi in cui non ci sono i sintomi classici di una determinata patologia, o a quando intervengono altri fattori che non riguardano solo le abilità del medico, che rendono difficoltosa la diagnosi; mi riferisco ai casi n cui ci sono un quadro clinico particolarmente confuso, urgenze, situazioni personali di salute non conosciute etc., dove non sempre la diagnosi errata è dovuta all’attività diagnostica del medico.
Sono errori di diagnosi anche quei casi in cui determinati sintomi sono stati sottostimati, o non vengono nemmeno vagliate tutte le ipotesi.
Come vedi sono diverse le sfumature della tipologia di errore medico per diagnosi sbagliata.
Facciamo quindi un po’ di chiarezza e cerchiamo di capire in questo articolo quando effettivamente siamo di fronte ad un caso di diagnosi sbagliata, e cosa possiamo fare per ottenere un risarcimento.
Quando si può parlare di una diagnosi sbagliata e cosa si può fare in questi casi
L’errore diagnostico si ha quando il medico non riesce a inquadrare il caso clinico in una patologia o lo inquadra in maniera errata.
Ne è un esempio la mancata diagnosi di malformazione del feto.
Questo errore impedisce alla madre di poter esercitare il diritto di interrompere o proseguire la gravidanza, se possibile.
Si ha errore diagnostico anche quando il medico omette di eseguire o disporre controlli ed accertamenti doverosi ai fini di una corretta formulazione della diagnosi, e di conseguenza sbaglia ad inquadrare la patologia.
Così ad esempio viene dimesso con la diagnosi errata di gastrite, un paziente che invece è affetto da patologia tumorale.
I casi di errata diagnosi riguardano, inoltre, l’ipotesi frequente soprattutto in ambito oncologico, in cui il medico diagnostica una patologia che in realtà non esiste.
Diagnosi di patologia inesistente
Una tipica ipotesi di errata diagnsi è quella in cui il medico certifica la presenza di una patologia diversa da quella effettivamente presente, oppure di una patologia in realtà inesistente;
La diagnosi di patologia inesistente, si verifica allorché viene diagnosticata una patologia che in realtà non esiste oppure nel caso in cui viene prospettata una malattia più grave di quanto non lo sia.
Nel caso delle malattie più gravi e invalidanti, una diagnosi sbagliata, smentita dai successivi controlli, può comportare un forte trauma nella persona.
In questi casi il paziente ha diritto a vedersi riconosciuto un risarcimento per l’ansia e il patema d’animo conseguenti alla diagnosi errata.
Pensiamo ad esempio ai casi in cui viene fatta una diagnosi di sieropositività, o viene diagnosticato un tumore.
In questo specifico esempio, tra l’altro, il trauma psicologico che la persona subisce a causa della diagnosi di una patologia inesistente e tutte le ripercussioni che una notizia del genere provoca sulla vita quotidiana, sono enormi.
Ancora, errata diagnosi si ha anche quando non vengono accertate gravi malattie, causando importanti danni alla salute del paziente.
Rimanendo del campo oncologico pensiamo a quegli errori che comportano conseguenze negative, che si sarebbero potute evitare o contenere se solo si fosse intervenuti tempestivamente.
Altre situazioni in cui si parla ad esempio di diagnosi sbagliata per patologia inesistente sono ad esempio legate all’incapacità di contrastare sul nascere una patologia tumorale: in questo modo si riducono le chances di vita del paziente o, nella peggiore delle ipotesi gli si causano maggiori sofferenze per il mancato tempestivo ricorso alle idonee terapie.
Quali sono i casi più frequenti di diagnosi sbagliata
Gli errori diagnostici possono quindi essere così raggruppati:
il medico attesta una patologia diversa da quella effettiva;
il medico accerta l’inesistenza di una patologia, invece esistente;
il medico diagnostica una patologia che in realtà non c’è;
il medico ritarda colpevolmente la diagnosi;
Errata diagnosi medica: quali danni possono essere risarciti?
Un’errata diagnosi medica, può provocare danni di natura patrimoniale al paziente danneggiato, il quale si vede costretto a seguito dell’errore diagnostico, ad affrontare ulteriori terapie anche a sue spese.
Un’ulteriore profilo di conseguenze determinate dall’errata diagnosi medica è rappresentato poi dallo stato d’animo ingenerato del paziente. Una diagnosi sbagliata, infatti, ben può determinare il diritto ad ottenere un risarcimento per danno morale. Se si ritiene che l’intervento medico di cura non può riguardare solo gli aspetti fisici del paziente, ma anche la persona, in quanto tale, nella sua integrità, è quindi inevitabile, che un eventuale errore diagnostico possa compromettere anche la sfera psichica del soggetto, provocandogli un grave turbamento e stato d’animo di sofferenza interiore, ancora più grave per se l’errata diagnosi riguardasse malattie gravi.
No solo, il danno subito dal paziente che non abbia ricevuto una corretta diagnosi, può consistere nella perdita della possibilità di conseguire un risultato migliore (guarigione o sopravvivenza più lunga e con minori sofferenze psico-fisiche).
Nell’ipotesi di un tumore che non viene accertato in tempo, quand’anche il paziente sarebbe comunque deceduto, il risarcimento si sostanzia nel diritto (negato) di autodeterminarsi nella scelta dei propri percorsi esistenziali.
In questi casi, in cui l’esito della sopravvivenza non sarebbe cambiato, il diritto che viene tutelato è quello di conoscere il proprio stato di salute e di decidere se e come reagire, sottoponendosi a determinate terapie, a un intervento o anche semplicemente convivendo consapevolmente con la malattia.
Per comprendere meglio quali sono le casistiche per le quali si può agire legalmente richiedendo un risarcimento per mancata o errata diagnosi di un tumore puoi trovare un ulteriore ed interessante approfondimento in questo articolo: “Risarcimento per errata diagnosi tumore“.
Se l’intento è quello di perseguire penalmente il medico puoi leggere anche “Denunciare un medico per diagnosi sbagliata“.
Chi può richiedere il risarcimento
In questi casi l’errore del medico può produrre conseguenze negative anche a carico di soggetti terzi che hanno legami affettivi con il paziente vittima dell’errore.
Ecco che, se il paziente viene a mancare, anche i familiari e parenti della persona vittima di una diagnosi errata possono chiedere il risarcimento dei danni, soprattutto se conviventi e in stretti rapporti.
Come chiedere il risarcimento dei danni per diagnosi sbagliata
Per richiedere il risarcimento dei danni per diagnosi sbagliata subiti occorre analizzare le diverse situazioni e le difficoltà che sono intervenute nel caso specifico a cui facevo accenno all’inizio: si tratta di fattori che ben possono influire sulla responsabilità del sanitario.
Questi fattori da considera sono ad esempio:
- quadro clinico confuso (per l’assunzione di un farmaco precedentemente alla visita ad esempio);
- intervento d’urgenza;
- se il paziente non riferisce di un sintomo invece importante;
- se il paziente non è conosciuto personalmente dal medico (esempio disturbi psicosomatici che il medico ignora).
Ogni caso, infatti, presenta particolarità sue proprie, per questo deve essere analizzato in dettaglio; occorre allora verificare con il massimo scrupolo se il peggioramento non dipenda esclusivamente da uno di questi fattori, per cui la colpa del medico è da escludere.
Oltre a tener conto delle predette circostanze, poi, per impostare correttamente una richiesta per diagnosi errata, bisogna potere sostenere che il danno subito è riconducibile proprio a all’errore del medico.
Queste domande possono aiutarci a capire meglio:
- Cosa sarebbe successo in caso di diagnosi tempestiva o corretta?
- Il pregiudizio di cui oggi mi lamento si sarebbe verificato ugualmente?
Se, ad esempio rispondiamo positivamente alla seconda domanda il risarcimento è da escludere.
Il secondo passaggio da compiere è quello della quantificazione dei danni subiti.
A tal fine devono essere presi in considerazione tutti i risvolti negativi della vicenda: quindi, non soltanto la lesione biologica, ma anche la sofferenza interiore e i cambiamenti indotti nel vivere quotidiano, rispetto cioè alle attività abituali che non è più possibile fare, o che sono state abbandonate o a cui si è stati costretti a rinunciare per le peggiori condizioni di salute.
Tutti questi elementi contribuiscono a descrivere le voci di danno risarcibile nella sua componente giuridica non patrimoniale.
Va ricordato infine che, per poter essere ripagati di questi danni:
la lesione deve essere grave
non deve trattarsi di danni futili.
Per quanto riguarda l’aspetto strettamente patrimoniale, occorre fare i conti di tutti gli esborsi e i mancati guadagni subiti per via dell’errore, e stilare l’importo complessivo di quanto hai speso o dovrai ancora spendere.
Rientra in questa voce anche il danno alla capacità lavorativa , che si sostanzia nella diminuita capacità di lavoro, di carriera o anche di accesso al lavoro (e quindi anche di guadagno) quale conseguenza diretta della lesione subita a causa dell’errore.
Nessuna di queste voci di danno è automatica, ma bisogna essere in grado di dimostrarla.
Infatti, ad esempio lesioni gravi posso non incidere sullo svolgimento dell’attività lavorativa o non avere uno sconvolgimento esistenziale uguale per tutti.
Bisogna, quindi, tenere conto dell’effettiva attività lavorativa svolta e delle concrete condizioni di salute.
E’ quindi possibile richiedere il risarcimento dei danni per diagnosi sbagliata:
alla struttura sanitaria, pubblica (Asl) o privata, a cui ci si è rivolti e presso cui il medico ha effettuato l’attività;
direttamente al medico, autore dell’errore;
A tal fine, può essere utile rivolgersi ad un avvocato specializzato in casi responsabilità medica.
Se vuoi preventivamente valutare il tuo caso, al fine di iniziare l’iter per ottenere un risarcimento danni, puoi pensare di richiedere un primo colloquio gratuito con un avvocato qualificato e ricevere un’assistenza legale personalizzata e altamente professionale, compilando il form che trovi qui.

Avv. Angelo Forestieri
Avvocato con focus sulla Responsabilità civile e il Risarcimento danni alla persona e autore di varie pubblicazioni nei principali portali giuridici sui temi della responsabilità medica e della struttura sanitaria.
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