Risarcimento danni: 5 tipologie di errore medico
“Errare è umano”, quante volte ci sarà capitato di sentire questa frase, magari in casa o al lavoro, per giustificare comportamenti involontari e inaspettati; talvoltà però, in ambito sanitario, errore medico e risarcimento danni, sono sono due lati della stessa medaglia.
Il significato è chiaro: l’errare è parte della natura umana, tuttavia non può essere inteso come attenuante di responsabilità in tutti casi.
Anche se un errore non sempre determina necessariamente un danno, è pur vero che qualora si verifichi la sequenza errore/danno, questo deve essere risarcito.
In ambito sanitario, assistiamo sempre più di frequente a casi di malasanità, più o meno gravi, riconducibili a fattori soggettivi, ma anche tecnico-organizzativi, che ben potevano essere evitati, in questi casi si parla anche di “negligenza medica”
Tra le specialità maggiormente coinvolte nelle statistiche nazionali, chirurgia e ortopedia occupano i primi posti per le richieste di risarcimento; i casi di responsabilità medica si concentrano anche in altre specializzazioni come ostetricia, ginecologia e anestesiologia.
Ma perché si sbaglia?
Guardando alle casistiche è possibile individuare alcune tipologie di errori più comuni che ci fanno capire come dietro ad un errore si nascondano una serie di concause o fattori che devono essere sempre attentamente valutati dal momento che se non è possibile eliminare gli errori, è comunque possibile gestirli: intercettandoli, prevenendoli, e limitarne il numero e la pericolosità.
Quali sono le 5 tipologie di errore medico più comuni?
Le principali tipologie di errore medico o malasanità, rilevate dalle principali ricerche svolte sull’analisi dei casi, si distinguono in:
- ERRORI DI DIAGNOSI
- ERRORI DI TRATTAMENTO
- ERRORI DI COMUNICAZIONE
- ERRORI DI VALUTAZIONE
- PROBLEMI AMBIENTALI O RELATIVI AL SISTEMA
Conoscere le tipologie di errore medico o malasanità più comuni, ci permette di correggerli con l’adozione delle giuste contromisure e ci consente di individuare quali sono gli schemi ricorrenti che poi portano alla causazione del danno.
Vediamoli insieme e cerchiamo di capire se anche il tuo caso può rientrare in una di queste tipologie.
Errore medico e risarcimento danni
1) ERRORI DI DIAGNOSI (ritardata, mancata, sbagliata etc..)
E’ sicuramente tra gli errori più comuni, attribuibile a fattori soggettivi come un’insufficiente raccolta di dati del paziente relativamente ai suoi disturbi (anamnesi), a un esame obiettivo incompleto, a una non corretta rilevazione delle concause di una malattia (co-patologie), ma anche ad esempio, a una non corretta acquisizione del consenso informato al trattamento sanitario.
Delle volte può dipendere anche dai più svariati fattori oggettivi come la mancanza di tempo, indisponibilità di tutti i dati del paziente, sovraccarico di lavoro etc. Rientra, ad esempio, in questa tipologia di errore il medico che, non avendo effettuato i dovuti esami clinici, dimette un paziente con la diagnosi di gastrite, quando in realtà è affetto da una patologia tumorale.
Inoltre, l’errore diagnostico si configura non solo quando, in presenza di uno o più sintomi di una malattia, non si riesca o si sbagli del tutto ad inquadrare il caso clinico in una determinata patologia conosciuta, ma anche quando si omette di eseguire o disporre dei controlli e degli accertamenti doverosi per la corretta formulazione della diagnosi.
E’ il classico caso di quando i medici si “arroccano” sulla diagnosi iniziale, senza nemmeno ipotizzarne altre alternative, e, ostinati nella loro direzione, non dispongono indagini strumentali che consentirebbero una valutazione più completa ed esaustiva per escludere altre ipotesi.
Se sussiste questa tipologia di errore medico, si ha diritto al risarcimento del danno.
Non solo, il risarcimento è riconosciuto anche se l’errore provoca ad esempio un forte stato d’ansia nel paziente, a causa dell’incertezza della diagnosi stessa; come nel caso di errata diagnosi di malattie gravi o invalidanti (come un tumore), in cui una diagnosi scorretta è smentita dai successivi controlli può infatti comportare un forte trauma nella persona e nei suoi familiari.
Naturalmente, affinché nasca il diritto al risarcimento per errore medico, tra il danno subito e l’errore diagnostico deve esserci un nesso causale inequivocabile; significa ciò che, per legge, il danno sofferto deve essere una diretta conseguenza dell’errore del medico.
2) ERRORI DI TRATTAMENTO (ritardato, mancato, fallito, non necessario etc..)
Il ricorso a cure o a trattamenti superflui o inutili, come la somministrazione ingiustificata di farmaci o l’esecuzione di un’operazione chirurgica non necessaria è senz’altro motivo di risarcimento dei danni provocati al paziente.
In questa tipologia di errore medico rientrano tutti gli errori conseguenti ad un’azione che non doveva essere eseguita o che si sono verificati per la mancata esecuzione di una azione che doveva essere, invece, eseguita (errore di omissione). Rientrano anche errori di attenzione, di percezione, che sono commessi dal sanitario quando si trova a diretto contatto con il paziente.
Sono errori che si verificano soprattutto nella fase del ricovero e possono avvenire sia nelle attività intra-operatorie, sia in quelle extra-operatorie: ad esempio, operare il paziente sbagliato, oppure, operare il paziente giusto nella sede sbagliata. Sono eventi questi tra l’altro inescusabili. In ambito ortopedico, è capitato il caso di interventi chirurgici alla mano o al piede sbagliato.
Per quanto riguarda l’ambito della chirurgia in questo articolo: “Risarcimento danni per intervento chirurgico sbagliato“, identifico più dettagliatamente quali sono le ipotesi frequenti che comportano un risarcimento.
Errori di distrazione sono comuni e i casi più frequenti riguardano proprio gli operatori più esperti, in cui molte delle azioni vengono ormai fatte con automatismi e appunto con scarsa attenzione.
3) ERRORI DI COMUNICAZIONE (verbale e scritta)
Come in tante aree della nostra vita, il più delle volte sarebbe meglio comunicare in modo corretto. Ciò è ancor più vero se si considera che nell’ambito medico il percorso clinico è lungo e complesso e si possono interfacciare varie figure sanitarie (specialisti, infermieri, primari) che “prendono in consegna” il paziente nelle loro mani. Si dovrebbe quindi, garantire, un corretto passaggio delle informazioni da un sanitario all’altro.
Una cattiva comunicazione può verificarsi per cause diverse: cattiva organizzazione, mancanza di sistemi che garantiscano un buon passaggio d’informazioni, mancanza di strumenti di comunicazione, cattivo clima di lavoro etc..
Le conseguenze pratiche di una cattiva comunicazione tra operatori possono andare dalla somministrazione erronea della terapia, a trattamenti sanitari scorretti, ritardi, errori od omissioni nei trattamenti. Anche questo tipo di errore medico porta inevitabilmente con sé il risarcimento dei danni.
Un altro dei problemi frequenti, riguarda la comunicazione tra infermieri e medici come nel caso in cui il nome del farmaco, o il suo dosaggio o la sua posologia vengono scritti diversamente sulla cartella clinica e sulla scheda infermieristica, o quando il dosaggio non è specificato o manca la prescrizione nella cartella clinica.
Quando i sanitari non comunicano tra loro, o non lo fanno in modo corretto, la probabilità che qualcosa vada storto aumenta considerevolmente: una disposizione scritta in modo non comprensibile e chiaro, ad esempio, può essere, infatti, male interpretata e fonte di danno per il paziente.
4) ERRORI DI VALUTAZIONE (indicazioni sbagliate, mancato rispetto protocolli, etc..)
Le linee guida rappresentano una vera e propria “guida” per i professionisti sanitari; servono per orientare le scelte di cura e le modalità di assistenza, in modo che siano quelle più appropriate e sicure per il paziente.
Il medico è tenuto ad attenersi a quanto indicato e raccomandato nella linea guida.
I protocolli, sono una specificazione delle linee guida. Anche questi devono essere scrupolosamente osservati perché indicano uno schema di comportamento predefinito che descrive una sequenza di azioni da seguire.
La condivisione delle linee guida e dei protocolli favorisce l’uniformità dei comportamenti di tutti gli operatori e quindi, di conseguenza, permette di evitare gli errori.
Anche le le buone pratiche, che sono normalmente condivise in un determinato contesto operativo, e le procedure interne, di ogni struttura sanitaria hanno la stessa finalità di uniformare i comportamenti evitando il rischio di commettere errori che possano danneggiare il paziente. Tra tutti, pensa, ad esempio, alla procedura per la prevenzione di cadute, in pazienti a rischio, senz’altro idonee a garantire la sicurezza del paziente allettato.
5) PROBLEMI AMBIENTALI O RELATIVI AL SISTEMA (sicurezza ambientale, inadeguatezza delle risorse tc..)
La legge stabilisce che: “la sicurezza delle cure si realizza anche mediante l’insieme di tutte le attività finalizzate alla prevenzione e alla gestione del rischio e a tale scopo concorre tutto il personale”.
Se gli standard organizzativi, ad esempio, sono inadeguati la clinica ne risponde.
Anche il personale può essere responsabile di questo deficit se, ad esempio, non segnala le disfunzioni o non adotta le misure idonee.
Tra i principali criteri di buona organizzazione vanno segnalati:
- la disponibilità di sufficiente personale qualificato (esempio infermieri ed operatori), specie nei momenti di emergenza o a rischio per la salute dei pazienti;
- sorveglianza e coordinamento dei servizi;
- locali salubri ed idonei (esempio aria condizionata nei reparti);
- disponibilità di attrezzature adeguate e aggiornate (esempio difetto di manutenzione di apparecchiature, tecnologia desueta);
- utilizzo di prodotti sicuri.
Tra i deficit gestionali possiamo ricomprendere ad esempio, anche la mancata adozione di misure idonee ad evitare furti all’interno della struttura, o a perdere i dati sensibili dei pazienti (si pensi allo smarrimento delle cartelle cliniche o dei CD).
Come chiedere il risarcimento danni per errore medico?
Molto è stato fatto e tanto resta ancora da fare per evitare gli errori in medicina. Non vi è dubbio, che formazione, adozione delle pratiche di sicurezza e corretta comunicazione sono le misure chiave per ridurre il numero di eventi avversi, soprattutto di quelli inescusabili, e per gestire al meglio i rapporti con i pazienti. Tuttavia, le statistiche ci dicono che sono ancora frequenti.
Ma quando è possibile chiedere il risarcimento?
Il risarcimento causato da questi errori non è automatico, ma scatta sulla base di determinati presupposti di legge.
Se pensiamo che in caso di malasanità il risarcimento scatti in automatico non siamo sulla buona strada, dal momento che non è sufficiente il peggioramento di salute per sostenere che la struttura debba ripagarti.
Come spiego in questo articolo occorrono oltre una condotta colpevole, l’esistenza di un danno ed un collegamento eziologico necessario tra i due fatti: condotta negligente/danno.
Se, comunque, a seguito di un intervento i disturbi che lamenti persistono, sono anche peggiorati e si fa sempre più forte il sospetto che alla base di tutto ci sia un brutto errore medico o che magari sei vittima di malasanità, è opportuno rivolgersi ad un avvocato specializzato nella materia (in questo articolo ti spiego a chi rivolgerti e come gli possono aiutarti);
Sicuramente un professionista potrà aiutarti a comprendere se si tratta davvero di errore medico. L’avvocato esaminerà tutti gli aspetti della vicenda e, con l’aiuto prezioso del medico legale di fiducia, saprà esaminare il caso e stabilire se c’è stato effettivamente errore e quali sono le conseguenze, in termini economici, che ne sono poi derivate.
Una volta accertati i presupposti di legge per richiedere il risarcimento per errore medico, infatti, è possibile provvedere alla quantificazione complessiva dei danni subiti ed ad individuare i soggetti verso cui rivolgere le richieste di pagamento (ne ho parlato meglio in questo articolo: “errore medico chi paga i danni?“).
Se pensi di aver bisogno di una consulenza legale qualificata, compila il modulo che torvi in questa pagina e richiedi ora, e senza impegno, un primo colloquio di valutazione.

Avv. Angelo Forestieri
Avvocato con focus sulla Responsabilità civile e il Risarcimento danni alla persona e autore di varie pubblicazioni nei principali portali giuridici sui temi della responsabilità medica e della struttura sanitaria.
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