Risarcimento danni odontoiatrici: ecco cosa fare se il dentista sbaglia
Anche al miglior odontoiatra potrebbe capitare di commettere un errore nell’esercizio della propria attività, ma a pagarne le conseguenze sarà sempre il paziente che non vedrà alcun giovamento dalla prestazione odontoiatrica e si vedrà costretto a fare i conti con le conseguenze negative che l’errore ha provocato alle proprie attività quotidiane e agli aspetti relazionali della propria vita.
Il concetto di “Risarcimento danni odontoiatrici” attiene alla Responsabilità civile del professionista secondo cui, per legge, il responsabile deve risarcire la persona lesa (o i suoi aventi diritti) con una somma equivalente al danno patito.
Tra odontoiatra e paziente si forma un vero e proprio contratto, avente forza di legge, e fonte di obbligazioni, in base al quale il sanitario ha il dovere di curare correttamente il paziente, con la diligenza richiesta dalla natura della sua attività. Pertanto,
se il paziente ritiene che l’odontoiatra abbia fornito la prestazione in modo incompleto o errato, purché dimostrabile, può rivolgersi al giudice per ottenere il risarcimento dei danni subiti.
Ma, a quali condizioni?
Quali sono i presupposti e cosa fare, in concreto, quando il dentista sbaglia provocandoci un danno?
Prima di entrare nel vivo di questo articolo e vedere, quindi, quali sono i presupposti per poter richiedere (e ottenere) un risarcimento per danni odontoaitrici, ti suggerisco di scaricare l’esclusiva Guida, pratica e gratuita, in tema di Responsabilità odontoiatrica.
Nella Guida rispondo, infatti, alle 10 domande più frequenti di chi si trova a dover fare i conti con spese e danni ingiusti a seguito di un trattamento odontoiatrico e spiego in modo chiaro e comprensibile a tutti cosa fare e come tutelarsi nei casi in cui il dentista sbaglia provocandoci lesioni e pregiudizi, altrimenti evitabili.
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Risarcimento danni odontoiatrici: presupposti
Affinché si configuri una responsabilità professionale odontoiatrica con conseguente possibilità di agire per richiedere il pagamento dei danni subiti, devono di necessità sussistere, le seguenti condizioni:
- errore (inescusabile) nella prestazione, per negligenza, impridenza o imperizia;
- danno ingiusto, conseguente all’azione imperita, ed inteso quale lesione ad un bene, identificabile generalmente nel peggioramento delle proprie condizioni rispetto allo stato anteriore;
- nesso di causalità tra il danno riportato dal paziente e l’errore commesso.
L’orientamento della giurisprudenza è divenuto sempre più intransigente, pretendendo dal sanitario sempre la massima diligenza e prudenza, anche nei casi più complessi e senza proprorzionare l’imperizia al grado medio di preparazione dei sanitari di pari posizione professionale.
E’ questo il concetto unitario di colpa seguito prevalentemente dagli attuali orientamenti e che non tiene quindi conto di variabili personali dell’odontoiatra (come ad esempio, anzianità, background professionale, etc..).
Non solo, per una maggior tutela del paziente, l’evoluzione degli orientamenti ha portato sempre di più verso un concetto di colpa più rigoroso; così, nei casi di prestazioni odontoiatriche di elezione e con finalità intermedie di tipo terapeutico ed estetico, come ad esempio la protesi, si è venuta a configurare un’alta vincolatività di risultato, con minori margini di giustificazione in caso di errori.
Molto più delicato e insidioso è il riconoscimento del nesso di causalità, soprattutto quando si tratta di dimostrare che il mancato intervento del sanitario (ovvero la sua omissione) ha modificato significativamente le probabilità che il paziente aveva di non incorrere nell’evento lesivo, poi verificatosi.
Infatti, un aspetto molto interessante è che la responsabilità dell’odontoiatra può insorgere sia attraverso l’azione attiva, quindi un intervento, una terapia, sia attraverso un comportamento omissivo del sanitario come il ritardo di una diagnosi, o l’omessa somministrazione di farmaci piuttosto che la prescrizione di un esame etc..
A tale riguardo è fondamentale una buona consulenza legale che dimostri l’esistenza di un rapporto causale ragionevolmente credibile; in pratica, secondo la teoria più accreditata, possiamo dire che sussiste il nesso di causa ogni qualvolata possiamo affermare che, senza l’azione o un determinato antecedente, l’evento non si sarebbe prodotto, in base a criteri di regolarità statistica o di probabilità scientifica.
Senza voler entrare ora nei tecnicismi della materia, alla luce delle considerazioni che precedono, possiamo già trarre alcune conclusioni importanti:
1) Il compito dell’odontoiatra
Compito dell’odontoiatra è quello di ripristinare lo stato di salute del cavo orale, migliorando contemporaneamente la situazione psico‐fisica del paziente.
2) Obbligo di risarcire
Qualora il trattamento odontoiatrico non dovesse produrre l’esito previsto e determinasse una modificazione peggiorativa dello stato anteriore, o un indebolimento dei denti, il sanitario potrà incorrere in sanzioni civili, che si sostanziano nell’obbligo di risarcire i danni causati al paziente.
3) Collegamento causale
Se il danno è dovuto a caso fortuito, o comunque non discende dalla condotta (colposa) del sanitario, perché magari è legato alle condizioni pregresse del paziente stesso o è stato determinato da un suo comportamento successivo al trattamento odontoiatrico, l’odontoiatra non potrà essere perseguibile civilmente.
Occorre, quindi, dimostrare la condotta colposa dell’odontoiatra e il collegamento con le lesioni derivatene, per affermare che sussiste responsabilità.
Tanto chiarito in termini di presupposti in ordine alla responsabilità dell’odontoiatra, va da se che per contestare efficacemente il lavoro del dentista è indispensabile avere una solida consulenza medico-legale relativa al caso che comprenda l’istruttoria di tutte le circostanze della situazione concreta, un’approfondita visita medica e l’acquisizione di dati sanitari necessari al fine dell’indagine.
La consulenza deve riguardare specialmente la valutazione dei profili di colpa del professionista, il nesso di causa con riferimento allo specifico intervento sanitario di cui si contesta l’esecuzione e la valutazione e quantificazione dei danni subiti.
Come contestare il lavoro del dentista
Appurata l’importanza di una solida consulenza medico-legale, la stesura di una relazione scritta conclusiva di quanto emerso dallo studio del caso è, pertanto, strumento imprescindibile per avere una solida base scientifica per constestare così il lavoro del dentista e dimostrare i danni odontoiatrici subiti.
Ogni caso di presunta responsabilità odontoiatrica, che viene sottoposto all’attenzione dell’Avv. Forestieri, riceve sempre una duplice valutazione: giuridica da parte del Legale e medica da parte dell’Odontologo Forense.
Una volta compiuti questi passaggi si potrà presentare una richiesta formale alla clinica o allo studio odontoiatrico responsabile del trattamento, contestando i lavori eseguiti.
Il paziente, quindi, è così in grado di mostrare il danno subito e conseguire un congruo risarcimento per le spese e i disagi affrontati. A tale riguardo, se non sai come contestare il lavoro del dentista, qui puoi richiedere supporto e ricevere assistenza legale qualificata.
Risarcimento danni odontoiatrici e assistenza medico legale
Aspetto importante, dunque, da considerare in tema di risarcimento danni odontoiatrici, è l’esecuzione di un’accurata analisi medico legale delle cure dentarie eseguite, comprensiva non solo della fase di trattamento in sé considerata ma anche di quella diagnostica, pre e post cure, nonché quella relativa alla corretta informazione e alla segnalazione dei possibili rischi dell’intervento.
Volendo fare alcuni esempi, i più frequenti errori di trattamento nel campo odontiatrico sono:
- trattamento non necessari di denti sani
- estrazione non necessaria di denti conservabili
- devitalizzazioni mal eseguite
- impianto dentale sbagliato
- manovre impolantari mal eseguite
Anche la mancata o irregolare tenuta della cartella clinica, non è esente da responsabilità ed, anzi, può essere un fattore decisivo per la dimostrazione della responsabilità del dentista.
Ciò detto, il primo step fondamentale da seguire prima di avviare una denuncia nei cofronti del dentista, è sicuramente quello di confermare di essere vittima di un danno da negligenza odontoiatrica.
Cosa fare se il dentista sbaglia: alcune indicazioni pratiche
Appurati quali sono i presupposti per la responsabilità odontoiatrica, come spiegati nel corso di questo articolo, il primo step fondamentale da seguire prima di avviare un’azione legale nei confronti dell’odontoiatra, è sicuramente quello di confermare ed accertare l’esistenza della responsabilità civile del sanitario.
Ciò detto, prima di rivolgersi ad uno Studio Legale, ci sono alcune azioni che possono essere compiute in autonomia.
Ad esempio, è consigliabile, infatti, recarsi nuovamente dal dentista ed esporgli il problema, in quanto è diritto di ogni paziente ottenere una nuova lavorazione od una prestazione supplementare per rimediare all’errore commesso.
Qualora questo tentativo non dovesse andare a buon fine, o laddove non sia possibile rimediare all’errore commesso, è opportuno interrompere il rapporto con il professionista.
Qualora, infatti, non si ritenga più di alcuna utilità la prestazione del dentista, il paziente ha diritto di interrompere il contratto quando vuole del tutto liberamente.
Venuto meno il rapporto di fiducia, se quindi si interrompe il rapporto dentista-paziente, e si ritiene che il lavoro fatto non risponda alle aspettative concordate o siano comparsi disturbi che si ritengano correlati al suo intervento, è consigliabile rivolgersi ad altri specialisti medici per apprfondimenti clinico-diagnostici e per avere un quadro completo della propria condizione di salute.
Qualora, quindi, non si sia ricevuta alcuna forma di assistenza né tantomeno spiegazione dal precedente dentista, o si sia accertato un peggioramento delle proprie condizioni di salute, lo step successivo è quello di rivolgersi ad un buon avvocato esperto in materia di responsabilità medica.
Preliminarmente, si dovrà richiedere allo studio dentistico o alla clinica tutta la documentazione sanitaria relativa all’intervento: dalla cartella clinica a tutte le fatture e documenti privacy e di consenso firmati prima dei trattamenti.
Lo Studio Legale, con l’ausilio dei propri consulenti tecnici provvederà ad accertare l’errore odontoiatrico e procedere ad una valutazione dei danni subiti per stabilirne il relativo ammontare.
A tale riguardo è indispensabile che l’avvocato collabiri sinergicamente con l’odontoiatra forense, e, dopo aver ottenuto un parere tecnico positivco, proceda ad impostare la strategia legale migliore per richiedere formalmente un risarcimento per tutti i danni odontoiatrici subiti.
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Risarcimento danni odontoiatrici: cosa comprende
Tra i danni che più frequentemente possono verificarsi durante un trattamento abbiamo:
- Infezioni o ascessi
- Frattura della mascella
- Danni ai nervi provocati dalla errata devitalizzazione dei denti
- Rottura di un impianto dentale
- Problemi con l’anestesia
- Malocclusioni
- Menomazioni dell’articolato dentario
- Menomazioni estetiche
In tutti questi casi, in cui le cure odontoiatriche ricevute non sono state quelle convenute o non hanno avuto l’esito positivo promesso, il paziente ha il diritto di ottenere il giusto risarcimento comprensivo delle seguenti voci:
- danni biologici da invalidità permanente, qualora fossero presenti lesioni irreversibili e definitive (calcolate in gradi percentuali da 1 a 100 punti).
- danni per inabilità temporanea per il processo di guarigione delle lesioni subite (calcolato in giorni e in punti percentuali);
- danni morali per le sofferenze patite (ad esempio qualora la lesione determini delle conseguenze psicologiche, connesse al turbamento e alla sofferenza, come nei casi nascenti da problemi estetici o di linguaggio);
- perdite patrimoniali per i costi sostenuti e per quelli che si dovranno sostenere in futuro per rimediare i danni causati dall’intervento maldestro;
- spese vive sostenute per la prestazione medica rivelatasi inutile, o peggio ancora lesiva per la salute del paziente.
Anche l’attività medico legale di parte in tema di quantificazione del danno, purchè non esorbitante e basata sui tariffari riconosciuti, è normalmente rimborsata dalle Compagnie assicurative. Infatti, sugli importi del risarcimento che verrà corrisposto sono dovuti altresì i compensi per la consulenza o assistenza professionale (incluse le spese legali) di cui ci si sia avvale per ottenere il pagamento dei danni odontoiatrici subiti.
Capita anche che, per poter pagare le cure si sia costretti a stipulare un finanziamento con una delle finanziarie convenzionate con lo stesso centro odontoiatrico; dal momento che tale finanziamento deve essere pagato integralmente, laddove il centro chiuda o comunque non fornisca le tutte le cure promesse, è possibile includere nel risarcimento dei danni odontoiatrici anche la restituzione di quanto pagato.
Se il denstista sbaglia chi paga?
Se il dentista sbaglia risponde civilmente dei danni provocati al paziente.
In particolare la legge prevede che la richiesta, in prima battuta, sia indirizzata alla clinica odontoiatrica dove sono state eseguite le cure e i trattamenti.
La struttura infatti, risponde delle condotte e degli errori dei propri sanitari che vi lavorano all’interno (medici odontoiatri, assistenti alla poltrona, igienisti etcc..).
Il paziente, dal canto suo, è tenuto a dimostrare di essersi rivolto alla struttura per l’effettuazione dei lavori e di aver subito un danno conseguente agli interventi odontoiatrici negligenti. Spetterà, quindi, alla clinica dimostrare, invece, che la prestazione del sanitario è stata eseguita in modo diligente o vi è stata impossibilità di adempiervi per un evento imprevisto e imprevedibile.
In seconda battuta, può essere invocata anche la responsabilità diretta del sanitario che ha eseguito gli interventi. Qui l’onere probatorio si fa un po’ più stringente. Cionondimeno l’assistenza legale di un avvocato sarà essenziale per dimostrare i presupposti di legge.
Possiamo quindi concludere che se il dentista sbaglia ad eseguire un’estrazione, o un impianto dentale, chi paga è lo stesso dentista che risponde unitamente allo studio dentistico o alla clinica presso cui lavora del peggioramento delle condizioni di salute del paziente, con conseguente obbligo di risarcire i danni subiti dal paziente.
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Danni odontoiatrici: considerazioni conclusive, come ottenere il risarcimento
Un’estrazione, una protesi o un impianto dentale effettuato con negligenza, imperizia o imprudenza che non produce i risultati attesi o addirittura provoca un peggioramento delle condizioni di salute del paziente, obbliga l’odontoiatra a risarcire i danni subiti dal paziente.
Come abbiamo visto in questo articolo, il dentista è tenuto a prestare la massima diligenza ed è obbligato al rispetto delle leges artis della medicina nello svolgimento della sua attività.
Quale che sia la condotta, resta il fatto che errori odontoiatrici dovuti a interventi non eseguiti secondo la prescritta diligenza, non possono riversaris sul paziente danneggiato, il quale ha dunque diritto ad ottenere il risarcimento dei danni odontoiatrici subiti.
Come abbiamo visto, a tal fine, è necessario svolgere una preliminare duplice valutazione del caso, legale e medica da parte dell’Odontologo Forense.
Per questa ragione è bene affidarsi sin da subito alle compentenze di esperti professionisti specializzati nel settore della responsabilità medica per valutare attentamente le condotte odontiatriche incriminate.
Se pensi di aver subito dei danni a causa dell’operato del tuo dentista, ed è tua intenzione voler chiedere un risarcimento, prenota ora un colloquio con il nostro Studio Legale attraverso il form che trovi in questa pagina per una valutazione preliminare del caso.

Avv. Angelo Forestieri
Avvocato con focus sulla Responsabilità civile e il Risarcimento danni alla persona e autore di varie pubblicazioni nei principali portali giuridici sui temi della responsabilità medica e della struttura sanitaria.
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