Risarcimento danni per negligenza medica

Per ottenere un risarcimento danni per negligenza medica che non sia insufficiente rispetto al danno provocato e per non imbattersi in contenziosi inutili, con tempi lunghi per ottenere un risarcimento, non basta lamentare la mancata guarigione o il peggioramento delle proprie condizioni di salute.

E’ frequente sentir dire che l’ospedale non mi ha curato o i medici hanno sbagliato, ma quando è possibile chiedere realmente il risarcimento dei danni per negligenza medica?

Si potrebbe parlare per ore delle affermazioni più comuni che spesso si sentono in ambito di risarcimento danni da malasanità…in realtà il più delle volte, si assiste alla diffusione di un modo di dire che non tiene conto di aspetti giuridici importanti: un trattamento sanitario, o un intervento medico, per concretare errore medico, risarcibile, deve essere caratterizzato da colpa.

In realtà il medico, al pari degli altri professionisti, si impegna solo indirettamente al raggiungimento del risultato voluto dal paziente, la guarigione, ad esempio.

Nel processo di guarigione possono concorre altri fattori, come la reattività del paziente alle cure, per cui la mancata guarigione può non dipendere esclusivamente dalla prestazione del medico.

Del resto siamo uomini, e la scienza medica non è infallibile.

Il medico, quindi, si obbliga a svolgere l’attività dovuta in base alle regole della diligenza propria della sua attività professionale.

La domanda corretta da porsi, allora  è “cosa vuol dire che una prestazione è diligente?”  che si traduce in altre parole: “quando è possibile parlare di danni per negligenza medica?

Di seguito ti propongo allora un breve, ma esaustivo articolo, per capire quando, a chi e in che modo fare una richiesta di risarcimento danni per negligenza medica.

Risarcimento danni per negligenza medica

Risarcimento danni per negligenza medica, quando è possibile?

Innanzitutto mi sembra doveroso stabilire cos’è la negligenza medica e quando “scatta” il tuo diritto al risarcimento.

Ci sono diverse definizioni sulla negligenza medica, a mio avviso quella che più spiega meglio il concetto è quella che si concentra su un aspetto specifico della colpa.

La negligenza medica, infatti, è l’atteggiamento passivo di chi non osserva ciò che è doveroso fare, di chi, come il medico, per disattenzione o per superficialità, non rispetta quelle regole comuni di diligenza (precisione, cura, scrupolo) che è legittimo attendersi da persona abilitata all’esercizio della professione medica e che sono osservate dalla generalità dei medici.

Quindi un atto che denota grave trascuratezza, noncuranza disattenzione etc..

Si tratta però solo di un aspetto della colpa medica, dal momento che, in realtà, la colpa del medico è ravvisabile anche per imprudenza ed imperizia.

La differenza sta nel tipo di regole che non vengono osservate.

L’imprudenza, infatti, è rappresentata da quel comportamento che non tiene conto dei rischi e dei pericoli e che contrasta con regole di prudenza e accortezza. Ad esempio, è imprudente il medico che, pur consapevole dei rischi per il paziente, decide comunque di procedere con una determinata pratica.

L’imperizia, invece, è la mancanza di abilità e di preparazione tecnica; per un medico è quindi il non aver osservato una determinata regola nell’esecuzione della prestazione professionale. Volendo entrare nello specifico, in questo caso si parla di violazione delle “leges artis” cioè delle linee guida e delle buone pratiche clinico assistenziali che costituiscono un “codificazione del sapere scientifico.

In ambito chirurgico, come spiego meglio in questo articolo: “Risarcimento danni per intervento chirurgico sbagliato” si parla di errore chirurgico quando l’azione del medico non è eseguita correttamente e non è conforme agli standards medici richiesti dalle Linee guida o dalle buone pratiche clinico assistenziali.

Dal punto di vista giuridico, negligenza, imprudenza, imperizia, costituiscono dunque il presupposto per chiedere il risarcimento danni da colpa medica.

La condotta del sanitario, che concreta un errore medico, è caratterizzata da colpa, quando si verifica per negligenza, imprudenza o imperizia.

Verificare che il medico era in colpa, altro non vuol dire che verificare la violazione di regole cautelari che, se rispettate, avrebbero evitato il danno che poi si è verificato e di cui ora vuoi chiedere il risarcimento.

La colpa specifica, infine, consiste nella violazione specifica di norme che il medico non poteva ignorare e che era tenuto ad osservare, come ad esempio le norme di legge o di un’autorità pubblica/gerarchica, che disciplinano una specifica attività o il corretto svolgimento di procedure sanitarie.

Come ottenere il risarcimento?

Chiarito, quindi, quando l’errore medico fa nascere il diritto al risarcimento, il primo passaggio da compiere è senz’altro quello di comprendere se si tratta davvero di un errore sanitario per verificare ciò che il medico non ha fatto nel caso specifico e ciò che le leggi dell’arte medica gli imponevano di fare nella medesima specifica.

In questo caso è raccomandato rivolgersi ad un avvocato che potrà aiutarci a capire se ci sono i presupposti per richieder un risarcimento, a quantificare i danni ed ad individuare i soggetti responsabili nei cui confronti rivolgere le richieste di risarcimento.

risarcimento danni per negligenza medica

A chi, come e quando chiedere il risarcimento danni:

  • A CHI

La struttura e il medico rispondono nei confronti del paziente danneggiato in solido: la richiesta può essere fatta al medico che concretamente ha effettuato o prescritto la terapia; alla struttura sanitaria o sociosanitaria pubblica o privata a cui ci si è rivolti e che si avvale dell’opera stessa dei medici, anche se si tratta di medici non dipendenti della struttura.

Oggi, l’impostazione prevalente mostra di considerare la struttura sanitaria il soggetto chiave per la soddisfazione del paziente, in termini risarcitori; come un azienda, infatti, nello svolgimento della propria attività dovrà garantire le migliori cure possibili anche mediante un’attenzione particolare alla gestione del rischio.

Il particolare contratto di assistenza sanitaria che si instaura tra paziente-struttura sarebbe un contratto “misto” o “complesso” che si colloca all’interno di un contesto in cui lo svolgimento delle cure possa assicurare al meglio il diritto sociale alla salute.

  • COME

Una volta concordata la migliore linea difensiva, sarà inviata ai soggetti ritenuti responsabili una lettera formale di diffida e messa in mora, dove vengono indicati esattamente i fatti di quanto accaduto e i motivi a sostegno della richiesta di danni per negligenza medica.

Normalmente, medici e strutture ospedaliere prendono contatti con la Compagnia Assicuratrice incaricata della gestione del sinistro per valutare di trovare un accordo. Tra l’altro la nuova legge 24/17 prevede, l’assicurazione obbligatoria per sanitari e strutture socio-sanitarie.

Si instaurano quindi delle trattative tra le parti per cercare il più possibile di trovare un accoro ragionevole.

In caso di esito negativo delle trattative, la legge prescrive che sia obbligatoriamente proposto, un ricorso per Accertamento Tecnico Preventivo (art. 696-bis c.p.c), o, in alternativa, il procedimento di mediazione civile di fronte ad un organismo di mediazione (art. 5, comma 1-bis D.Lgs. n. 38/10).

La scelta tra questi due strumenti è rimessa al danneggiato e si rende necessaria prima di esperire la causa, pena la c.d. improcedibilità, cioè l’impossibilità di procedere con la richiesta risarcitoria;

  • ENTRO QUANDO

E’ opportuno agire quanto prima si ha  conferma o  certezza dell’errore: perdere tempo non si rivela mai una scelta utile, anzi spesso è controproducente.

Ad ogni modo, la Legge da tempo di agire entro dieci anni nei confronti della struttura ed entro cinque nei confronti del singolo medico per richiedere il risarcimento.

Questi termini si iniziano a calcolare dalla data in cui si ha avuto conoscenza del danno subito a causa di detta negligenza.

Come avrai, quindi, avuto modo di comprendere, partire in quarta con una richiesta di risarcimento è molto rischioso se prima non si certi di essere realmente di fronte ad un caso di negligenza medica: per questo, l’avvocato che avrai scelto, eseguirà una valutazione preliminare per accertare se il diritto non si è prescritto e per verificare la presenza dei presupposti per l’ottenimento del risarcimento.

A tal fine, l’avvocato si avvale di un medico legale, ma anche  di medici specialisti, competenti nell’area medica di riferimento in cui è avvenuto il danno.

Solo così potrai sapere se c’è relazione tra l’operato dei sanitari e i danni che hai subito e poter richiedere il risarcimento.

Se pensi di aver subito un danno per negligenza medica, e hai bisogno di supporto per richiedere il giusto risarcimento dei pregiudizi subiti, puoi compilare il modulo che trovi qui e richiedere un primo colloquio, senza impegno.

 

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