Risarcimento danni in caso di operazione chirurgica: quali sono le possibilità?
Un intervento chirurgico mal riuscito può trasformarsi nell’inizio di un calvario che molto di frequente culmina con la richiesta di risarcimento danni per operazione chirurgica da parte dei pazienti, o dei parenti sopravvissuti nei casi di decesso, laddove sia accertato l’errore.
Sono tante, purtroppo, le casistiche di errore medico per intervento chirurgico nell’ambito dell’assistenza sanitaria.
Durante un intervento chirurgico, infatti, sono molte le cose che possono non andare “per il verso giusto” e gli errori che vengono commessi in sala operatoria possono essere anche molto gravi e addirittura portare alla morte del paziente.
Un errore medico per intervento chirurgico può verificarsi per negligenza del medico, scarsa preparazione o semplice atteggiamento distratto.
In caso di accertato errore medico per intervento chirurgico, dunque, è diritto del paziente danneggiato, e in certi casi anche dei familiari, richiedere il risarcimento per i danni subiti.
In questi casi, è indispensabile un’adeguata consulenza medico-legale per comprendere se ci sono i presupposti di legge per agire legalmente.
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Ma quando è possibile ottenere un risarcimento danni per intervento chirurgico e quali sono i danni risarcibili?
Come fare per essere ripagati?
Vediamo allora insieme in questo articolo, modi e tempi per ottenere un risarcimento per intervento chirurgico mal riuscito.
Danno da errore chirurgico: quando si configura e quali sono le conseguenze risarcibili
Per poter ottenere un risarcimento danni per intervento chirurgico, è necessario dimostrare che il danno subito dal paziente è stato causato dall’errore medico commesso durante l’operazione chirurgica. In generale, per provare l’errore medico, è necessario dimostrare che il medico o l’ospedale hanno agito in modo negligente, imprudente o poco professionale
Si considera errore medico una scelta terapeutica non adeguata, in base alle regole della scienza medica, che procura al paziente un peggioramento della sua situazione clinica, creandogli un danno alla salute.
Questo principio vale anche in caso di errore medico per intervento chirurgico non eseguito in modo corretto come quando ad esempio, dopo esserci sottoposti ad un intervento al ginocchio, per un incidente stradale, si lamentano ancora disturbi e problemi all’articolazione che ci costringono a sottoporci ad un nuovo intervento correttivo per eliminarli definitivamente, sia pure con la permanenza di un danno biologico e pesanti limitazioni nella vita di tutti i giorni.
Errori e danni possono derivare da una cattiva tecnica chirurgica: se un chirurgo utilizza strumenti con noncuranza, i risultati possono essere disastrosi; una scivolata del bisturi, laser, o altro strumento chirurgico, ad esempio possono provocare organi e membrane forati, nervi mozzati, emorragie interne, o infezioni.
Sono emblematici, poi i casi, per fortuna non così frequenti, in cui un chirurgo per negligenza può lasciare attrezzi o garze nel paziente, eseguire l’intervento errato, o addirittura eseguire l’intervento sulla parte sbagliata del corpo.
L’errore medico a seguito di un intervento chirurgico può comprendere una vasta gamma di situazioni, più o meno gravi, che possono comportare la necessità di dover affrontare un nuovo intervento per rimediare all’errore, disabilità permanenti o in alcuni casi complicanze così gravi che portano alla morte del paziente.
Talvolta, l’errore medico si configura anche quando l’intervento chirurgico non blocca o previene il decorso di una malattia che invece avrebbe dovuto risolvere.
Parliamo, quindi, di errore medico per intervento chirurgico quando l’azione del medico non è stata eseguita correttamente e ha provocato nel paziente un peggioramento delle sue condizioni di salute.
In pratica perché si configuri un’ipotesi di errore medico a seguito di un intervento chirurgico, il sanitario deve aver agito in modo difforme da quelli che sono gli standards medici richiesti dalle Linee guida o dalle Buone pratiche clinico assistenziali.
La valutazione sulla sussistenza o meno della responsabilità del medico è svincolata, pertanto, dal semplice mancato raggiungimento del risultato sperato, dovendo invece essere effettuata svolgendo un confronto tra l’attività concretamente svolta dal medico nell’attività chirurgica e l’attività che il medico avrebbe dovuto svolgere secondo le linee guida del suo settore di specialità (da rapportare sempre allo stato della scienza al momento dell’esecuzione della prestazione).
I danni risarcibili in caso di errore medico durante un’operazione chirurgica possono includere il danno fisico, come ad esempio una lesione o una deformazione permanente, la perdita di una funzione o di un organo, la necessità di cure mediche costose, la riduzione della qualità della vita, e il danno morale, come il dolore e la sofferenza psicologica causati dal trauma subito.
È importante notare che il risarcimento per danno morale può essere richiesto anche se il danno fisico subito dal paziente non è particolarmente grave. Inoltre, il risarcimento danni per intervento chirurgico può comprendere anche le spese sostenute per la cura del danno subito, tra cui i costi delle cure mediche e delle terapie riabilitative.
Tuttavia, la quantità di risarcimento danni che il paziente può ottenere dipende dal tipo e dalla gravità del danno subito, dalla durata e dalla gravità delle cure necessarie, e da altri fattori come l’età e lo stato di salute del paziente.
In ogni caso, è importante rivolgersi a un professionista del diritto specializzato in questo campo per ottenere un’adeguata valutazione e assistenza legale.
A tale riguardo, se ti trovi a dover fare i conti con lesioni conseguenti ad un errore medico per intervento chirurgico e vuoi sottopore il caso ad una prima valutazione da parte di professionisti specializzati nel settore della responsabilità medica, compila il modulo ed esponi la tua vicenda attraverso il pulsante qui sotto. Riceverai tutto il supporto medico-legale necessario.
Risarcimento danni operazione chirurgica: quando è possibile ottenerlo e nei confronti di chi agire
Il diritto al risarcimento danni per operazione chirurgica presuppone, dunque, l’aver subito un danno come conseguenza diretta e immediata del comportamento negligente del sanitario.
Conseguentemente, non si ha diritto al risarcimento nelle seguenti ipotesi:
- quando il peggioramento della salute è avvenuto anche in presenza di una procedura chirurgica eseguita a regola d’arte (ed è quindi dovuto ad una complicanza inevitabile);
- in caso di errore chirurgico che non abbia determinato danni al paziente.
Gli errori in chirurgica possono verificarsi in diverse forme, non tutte direttamente connesse al chirurgo.
La percezione che i medici siano i soli responsabili di eventuali danni arrecati alla salute del paziente è quasi sempre imemdiata allorché all’esito dell’operazione chirurgica non conseguono i risultati sperati verificandosi un evento avverso (il peggioramento dello stato di salute, la morte).
Tuttavia, quando, a volte, le cose non vanno per il verso giusto non sempre sono coinvolti comportamenti colposi del chirurgo.
Del resto la scienza medica non è infallibile e molteplici sono i fattori che possono aver influito sulla mancata guarigione.
Le linee guida sono raccomandazioni di comportamento clinico basate sugli studi scientifici più aggiornati, che possono indirizzarci nella grande quantità di informazioni scientifiche per valutare la condotta del chirurgo così che, in caso di mancato rispetto delle stesse, il medico è responsabile nei confronti del paziente.
L’importante, in questi casi, quando si ha il fondato sospetto di aver subito gravi danni in conseguenza di errori nella chirurgia, e si è determinati a chiedere un risarcimento danni da operazione chirurgica, è consigliabile sempre rivolgersi quanto prima ad un avvocato con esperienza in casi di errori medici e malasanità, per ottenere un corretto inquadramento del caso ed accertare se relamente sussistono i presupposti per un’eventuale azione legale.
Nel caso in cui sia confermata la presenza di un errore, è possibile formalizzare una richeista di risarcimento per i danni provocati dall’operazione chirurgica, nei confronti dei soggetti responsabili.
Il risarcimento danni per operazione chirurgica può essere richiesto nei confronti del medico che ha eseguito l’intervento chirurgico
Oltre al medico e all’equipe che hanno eseguito l’intervento è possibile richiedere il pagamento dei danni anche all’ospedale, la cui responsabilità si affianca a quella dei sanitari.
La struttura ospedaliera, infatti, risponde delle condotte de sanitari anche se non sono suoi dipendenti.
Non solo, la struttura, oltre ad un generico dovere di cura, ha l’obbligo di garantire determinate “prestazioni alberghiere”, tra cui quela di mettere a disposizione le attrezzature necessarie all’operazione chirurgica in buono stato di funzionamento e luoghi sanificati e sicuri.
Pertanto è tenuta al risarcimento anche per inefficienze che non dipendono dal chirurgo.
Pensiamo, ad esempio, ai casi di infezione del sito chirurgico, per strumenti chirurgici non adeguatamente sterilizzati prima dell’uso (che possono trasferire batteri al paziente durante l’intervento), o all’eventualità in cui la sala operatoria non venga adeguatamente disinfettata e il paziente è contaminato da batteri.
Ad ogni modo, prima di porcedere con qualsiasi richiesta di risarcimento danni causati dall’operazione chirurgica è necessario provvedere ad un attento esame medico legale della vicenda per vagliare tutte le possibili ipotesi.
Per poter agire legalmente per il risarcimento danni, è necessario che il paziente dimostri che il danno subito è stato causato da un errore medico commesso durante l’operazione chirurgica. A tal fine, il paziente può avvalersi della consulenza di un avvocato specializzato in diritto sanitario, il quale potrà valutare la fattibilità dell’azione e assistere il paziente in tutte le fasi del procedimento.
Il procedimento per ottenere il risarcimento danni per operazione chirurgica può essere complesso e richiedere molto tempo. Il paziente dovrà dimostrare che il danno subito è stato causato da un errore medico e che il medico o l’ospedale hanno agito in modo negligente o poco professionale. Sarà quindi necessario produrre documentazione medica, testimonianze e prove per dimostrare la responsabilità del medico o dell’ospedale.
In ogni caso, se si pensa di aver subito un danno a seguito di un’operazione chirurgica, è importante contattare un avvocato specializzato in diritto sanitario per ottenere una valutazione della fattibilità dell’azione e delle possibilità di ottenere un risarcimento danni
A tale riguardo, se hai bisogno di chiarire preventivamente i profili di un avicenda che ti riguarda da vicino per un caso di risarcimento danni da operazione chirurgica, puoi consultare questa pagina.
Se vuoi approfondire, invece, l’argomento in tema di intervento chirurgico mal riuscito, di seguito vediamo quali sono gli errori più frequenti nel prosieguo di questo articolo.
Intervento chirurgico mal riuscito e risarcimento: le casistiche più frequenti
Le casistiche più frequenti di intervento chirurgico mal riuscito che possono comportare un un risarcimento danni riguardano le seguenti ipotesi:
- Perforazione degli organi
Si tratta delle lesioni degli organi causate dal medico, che si verificano accidentalmente nel corso di interventi chirurgici.
Risarcimento perforazione intestino
Non sono rari, infatti, i casi di risarcimento per perforazione intestino. L’intestino, infatti, può perforarsi in conseguenza della sottoposizione del paziente a colonscopia o interventi chirurgici, inclusi quelli in laparoscopia. Quando l’intestino viene perforato, il suo contenuto si riversa nella cavità addominale, aumentando il rischio di infezione, sepsi o setticemia, peritonite e morte del paziente. L’inadeguata esecuzione delle manovre chirurgiche in occasione di un intervento chirurgico che causi perforazione intestinale, è quindi fonte di responsabilità per i sanitari.
Ad esempio, è stato riconosciuto il risarcimento per perforazione di intestino nel caso di un paziente che sottopostosi ad intervento al pancreas è stato vittima di un’inadeguata esecuzione delle manovre chirurgiche che gli hanno causato la perforazione intestinale. Nel caso specifico, si era, infatti, verificata un’emorragia (complicanza di per sé piuttosto frequente in questo genere di interventi) che nel tentativo di essere risolta, veniva perforato l’intestino del paziente con danni irreparabili.
In simili casi l’ospedale in cui è avvenuto l’intervento chirurgico mal riuscito è tenuto a risarcire la vittima, o gli eredi in caso di decesso.
Le ulteriori casistiche più frequenti di intervento non riuscito riguardano le seguenti ipotesi:
- Amputazione
In queste procedure le possibili complicanze includono infezioni, contrattura articolare, necrosi, trombosi venosa profonda, embolia polmonare, e riapertura della ferita. Nei casi di amputazione si ha diritto al risarcimento dei danni qualora vi sia tardiva o mancata diagnosi della patologia che ha portato all’imputazione stessa.
- Appendicite
E’ un intervento quasi routinario, di conseguenza la tecnica che viene eseguita è ormai collaudata da molto tempo. Tuttavia, potrebbero manifestarsi complicanze non previste, ma comunque prevenibili, quali emorragie, infezioni o danni agli altri organi.
- Chirurgia della tiroide
Tra i principali danni provocati dalla chirurgia della tiroide vanno presi in considerazione l’ipoparatiroidismo e le lesioni dei nervi, eventualità questa molto ricorrente.
- Lesioni dei vasi sanguigni
Rappresentano un importante e diffuso rischio operatorio presente in diversi interventi come la laparoscopia, isteroannesiectomia, aneorisma aortico e colecistectomia e angioplastica.
- Colonscopia
Può comportare complicanze cardio polmonari, perforazione di organi ed emorragie.
- Diverticolite acuta
Le statistiche ci dicono che le diagnosi per diverticolite acuta non sia corretta nella metà dei casi. Si ricorre all’intervento chirurgico solo quando si presentano: emorragie, formazione di fistole, ascesso e perforazioni intestinali, ostruzione del colon.
- Interventi in laparoscopia
Le principali cause di danno al paziente sono collegate alla diagnosi precoce; infatti una diagnosi precoce riesce a contrastare evenienze sfavorevoli, altrimenti, se tardiva, quando cioè il chirurgo non si accorge dell’errore durante l’operazione, l’errore medico può avere conseguenze irreversibili per il paziente.
Le complicanze più diffuse sono le lesioni viscerali o vascolari, perforazione di pareti ed emorragie
- Colecistectomia laparoscopica
Tecniche sbagliate, tipologia di strumentazione utilizzata e un’insufficiente analisi dello stato del paziente possono provocare lesioni sul paziente a danno della via biliare o dei dotti periferici.
Caso specifico: risarcimento danni per isterectomia
Un’ulteriore ipotesi di risarcimento danni per intervento chirurgico mal riuscito è quella relativa ai casi di danni per isterectomia.
L’intervento di isterectomia è un intervento ginecologico che consiste nella rimozione dell’utero ma può anche includere la rimozione di altri organi riproduttivi.
Si tratta ovviamente di un intervento estremamente delicato e molto invasivo per una donna.
Vi sono diversi tipi di procedure chirurgiche e tecniche utilizzate per eseguire l’isterectomia.
Come tutte le procedure invasive, l’isterectomia è associata a tutti i principali rischi di un intervento chirurgico di questo tipo tra cui:
- emorragie, trombo embolie,
- complicanze anestesiologiche,
- infezioni,
- perforazioni dell’intestino,
- occlusioni intestinali,
- aderenze post operatorie e lesioni alla vescica.
Sono molti i casi in cui potrebbero essere commessi errori; tuttavia, per queste complicanze, quando viene accertato l’errore del chirurgo è possibile per il paziente ottenere il risarcimento dei danni per l’intervento chirurgico mal riuscito.
E’ comunque sempre importante che i medici preparino correttamente il paziente all’intervento, soprattutto informandolo circa i rischi legati alla procedura, e che la diagnosi pre intervento sia fatta con il massimo scrupolo e la dovuta diligenza.
Una diagnosi errata o inutile può determinare danni gravi e permanenti.
Intervento chirurgico inutile: si ha diritto al risarcimento?
“Anche se il paziente subisce un intervento chirurgico inutile ha diritto al risarcimento”.
É quanto affermato dalla Suprema Corte di Cassazione in una sua ultima pronuncia che ha riconosciuto il diritto al risarcimento in caso di intervento chirurgico inutile subito dal paziente.
Il riferimento va ai casi in cui gli operatori sanitari fanno pressione sul paziente perché si sottoponga a procedure non solo non necessarie, ma addirittura inutili.
Alcuni di questi interventi chirurgici non necessari (come bypass coronarici e isterectomie), hanno luogo dopo che i medici interpretano erroneamente sintomi o fraintendono valori; altri per scopi di profitto. In entrambi i casi, l’intervento chirurgico non necessario comporta costi, dolore e spesso complicanze.
Quindi, per il fatto stesso che l’intervento chirurgico si è concretato un una ingerenza inutile sulla sfera psico-fisica della persona, si connota una lesione ingiustificata di quella sfera, cui consegue un danno risarcibile alla persona di natura non patrimoniale, per la sofferenza sofferta.
In pratica, volendo fare un esempio concreto, se la spalla non ha mostrato giovamento, ma il paziente ha comunque subito il trauma psico-fisico per essere stato sottoposto alle fasi preparatorie, di esecuzione e postoperatorie dell’intervento, e per via del dolore successivo sofferto, ha diritto al risarcimento.
L’esatto adempimento della prestazione non si limita soltanto alla corretta esecuzione di un intervento e al mancato peggioramento delle condizioni del paziente, ma riguarda anche le condizioni di preparazione necessarie all’intervento e la terapia riabilitativa parimenti necessaria alla buona riuscita dello stesso.
Danno biologico dopo intervento chirurgico e altri danni risarcibili
Tra i danni risarcibili per intervento chirurgico sbagliato rientrano senz’altro:
- i danni patrimoniali da danno emergente; ossia i danni economici per le spese passate e future, mediche, di cura, per esami, medicine, visite specialistiche, eventuali ulteriori operazioni, spese di trasporto, taxi ecc.;
- danni patrimoniali da lucro cessante; ossia i danni economici per mancato guadagno, perdita o diminuzione di fatturato;
Un’altra voce di danno sicuramente importante è quella che riguarda i danni non patrimoniali, tra cui rientrano il danno morale e il danno biologico alla salute, fisico e psichico che sia conseguente all’intervento chirurgico.
Il danno biologico, riportato dopo un’intervento chirurgico, consiste nella lesione all’integrità fisica o psichica della persona da cui derivano pregiudizi per la attività vitali, che si traducono in un’alterazione o riduzione della capacità di relazionarsi con gli altri, nella riduzione della capacità lavorativa, nella perdita di capacità sportive, sessuali etc.
Il danno biologico conseguente ad un intervento chirurgico tiene conto anche delle percentuali di invalidità già presenti al tempo dell’intervento, (poichè magari, già quando ci si era sottoposti all’intervento medesimo, non si godeva di un ottimo stato di salute); deve, quindi, considerarsi la percentuale di invalidità effettivamente risultante.
Inoltre, dato che l’errore medico può colpire un soggetto affetto da una patologia, nella quantificazione del danno risarcibile, bisogna tenere in considerazione anche le possibilità di guarigione o di miglioramento del paziente stesso, in caso di corretta esecuzione della prestazione medica.
La legge fornisce dei criteri certi di liquidazione del danno biologico dopo intervento chirurgico solo nel caso di micropermanenti, ossia di lesioni che non superano i 9 punti di invalidità.
Per gli altri danni è necessario fare riferimento a tabelle elaborate da diversi tribunali. Tra queste le più utilizzate per il calcolo del danno biologico dopo intervento chirurgico sono le Tabelle di Milano.
Riassumendo, il risarcimento del danno biologico dopo intervento chirurgico sarà, quindi, commisurato:
- alla differenza di invalidità permanente tra quella derivante dall’intervento chirurgico mal riuscito e quella che vi sarebbe stata se l’intervento chirurgico fosse stato eseguito correttamente;
- alle possibilità di guarigione o meno che il paziente avrebbe avuto in caso di corretta esecuzione dell’intervento medico.
Risarcimento danni intervento chirurgico: la prescrizione
Un ultimo aspetto da considerare è quello che il diritto di richiedere un risarcimento danni, derivante da responsabilità medica, per intervento chirurgico, è limitato nel tempo: si estingue se il titolare non lo esercita per un periodo determinato dalla legge secondo i casi.
Si estingue se il titolare non lo esercita per un periodo determinato dalla legge.
Il risarcimento può essere richiesto entro 10 anni, ma ovviamente è buona norma avviare il prima possibile ogni intervento. In primo luogo è essenziale aver copia della cartella clinica, con ogni documento datato e firmato.
Il termine per richiedere il risarcimento dei danni inizia a decorrere non da quando abbiamo vuto consapevolezza della patologia contratta, ma dal momento in cui siamo venuti a conoscenza del fatto che tale patologia sia stata determinata proprio dagli errori diagnostici o terapeutici del medico che l’ha curata.
Così, ad esempio, nel caso di un intervento chirurgico all’esito del quale si perda la sensibilità di un arto o si riporti un deficit motorio, non conta il momento in cui ci si accorge del sintomo, quanto quello successivo in cui verosimilmente un altro specialista di nostra fiducia, ad esempio, ci informa che simile patologia ha causa e origine nell’intervento eseguito precedentemente.
Intervento chirurgico non riuscito: cosa fare per ottenere il risarcimento?
Giunti a questo punto ti sarà quindi più chiaro quali sono le responsabilità professionali di medici e chirurghi, quali sono le varie casistiche, e i tempi per tutelare il tuo diritto al risarcimento dei danni subiti.
Come abbiamo visto nel corso di questo articolo, nei casi di danni provocati da intervento chirurgico non risucito, accertata la reale presenza dei presupposti di legge, è possibile avere diritto al risarcimento.
Tuttavia, il risarcimento in questi casi non è automatico, sul semplice fatto del comportamento colposo del chirurgo.
Per denunciare un intervento chirurgico che ha provocato un aggravamento o un peggioramento del proprio stato di salute, è necessario prima effettuare i dovuti accertamenti e svolgere le doverose verifiche per dimostrare l’effettiva colpa medica.
É opportuno, al riguardo, affidarsi ad un avvocato che, insieme al proprio medico legale, verifichi, caso per caso, se ci sono i presupposti per poter avviare una domanda di risarcimento danni nei confronti dell’Ospedale, dell’Assicurazione, del chirurgo o dei medici coinvolti. L’avvocato valuterà, inoltre, quali danni richiedere.
Se vuoi sapere cosa fare in questi casi e come tutelarti, ti suggerisco la lettura di questo articolo: Risarcimento danni per intervento chirurgico sbagliato
Per approfondire ulteriormente l’argomento, potrebbe anche interessarti la lettura di questo articolo: Malasanità: quando scatta il risarcimento?
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Avv. Angelo Forestieri
Avvocato con focus sulla Responsabilità civile e il Risarcimento danni alla persona e autore di varie pubblicazioni nei principali portali giuridici sui temi della responsabilità medica e della struttura sanitaria.
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