Risarcimento per diagnosi sbagliata

Il diritto al risarcimento per diagnosi sbagliata consegue alla responsabilità del medico che commette un errore nel percorso diagnostico di una malattia, provocando un peggioramento delle condizioni di salute del paziente e delle sofferenze che potevano essere evitate.

Gli errori di diagnosi e di trattamento costituiscono una delle cause principali di danni da malasanità.

In moti casi, i pazienti lamentano condizioni di salute che avrebbero potuto essere evitate con una diagnosi accurata e tempestiva di inquadramento della patologia.

Tuttavia, va detto che l’errore diagnostico non sempre mette la salute del paziente in pericolo e non tutti gli errori diagnostici sono risarcibili.

Quando nasce, allora, il diritto al risarcimento per il paziente?

Risarcimento e diagnosi errata

Il diritto al risarcimento per diagnosi sbagliata nasce ogni qual volta il paziente subisca un pregiudizio a causa dell’errore del medico. Si può, quindi, richiedere il risarcimento dei danni quando il professionista sbaglia nell’individuare la patologia effettivamente presente.

Per poter chiedere il risarcimento, il paziente deve aver subito un pregiudizio effettivo. I danni suscettibili di ristoro possono essere sia fisici che psichici.

Per avere diritto al risarcimento per diagnosi sbagliata è necessario che ci sia:

  1. una condotta medica negligente;

  2. un danno causato dalla condotta.

Parkinson e diagnosi sbagliata: ad esempio, sussiste una condotta negligente quando un neurologo non riconosce i sintomi di una determinata malattia come il morbo di parkinson.

Tuttavia, per poter aver diritto al risarcimento, si deve essere in grado di dimostrare che la mancata diagnosi abbia provocato danni.

Non è sufficiente un generico stato d’ansia, o affermare si aver sostenuto degli esborsi, se dall’errore diagnostico non è derivato un danno anche fisico per il paziente dovuto al sorgere della malattia o ad un aggravamento della stessa.

Errore diagnostico

Secondo un recente orientamento, inoltre, il medico è responsabile non solo quando la diagnosi è completamente sbagliata ma anche quando l’errore determina un semplice ritardo nella guarigione.

Si considera malattia, infatti, non solo l’aggravamento della lesione, ma anche il prolungamento del tempo necessario per la sua riduzione o per la sua definitiva stabilizzazione.

Conseguentemente, possiamo dire che, ogni condotta colposa che intervenga sul tempo necessario alla guarigione, assume comunque rilievo quando genera una dilatazione del periodo necessario al raggiungimento della guarigione o della stabilizzazione dello stato di salute.

Basta, quindi, anche la semplice dilatazione del periodo necessario al raggiungimento della stabilizzazione dello stato di salute perché si verifichi un danno risarcibile.

Oltre alla salute fisica, un eventuale errore diagnostico può compromettere anche l’equilibrio psichico della persona, specie se l’errore riguarda la diagnosi di malattie assai gravi in grado di pregiudicare grandemente la serenità del paziente per le sue prospettive future.

In simili situazioni, dunque, l’eventuale errore diagnostico da parte del medico determina in capo al pazienta il diritto ad ottenere un risarcimento anche per il danno morale (patema d’animo). Ciò in quanto l’intervento del medico riguarda non solo la fisicità del soggetto ma la persona nella sua integrità (si cura non la malattia ma il malato).

Il risarcimento per le ripercussioni avute sulla sfera emotiva spettano anche ai prossimi congiunti, in particolare a coloro che con il paziente hanno uno stretto rapporto perché conviventi o, comunque, una stretta frequentazione.

risarcimento diagnosi sbagliata Diagnosi sbagliata: quando si verifica?

La diagnosi è il processo mediante il quale il medico capisce che cosa sta causando i sintomi del paziente: quando il paziente riceve una diagnosi corretta, può essere attuato un trattamento diretto a curare la condizione o ridurne i sintomi.

Purtroppo, questo processo non sempre si verifica in maniera corretta.

Assistiamo quindi a casi di diagnosi sbagliata che possiamo così distinguere in tre tipologie:

  • errata diagnosi, in cui il medico certifica la presenza di una patologia diversa da quella effettivamente presente, oppure di una patologia in realtà inesistente;
  • omessa diagnosi, si ha quando il medico non rileva una malattia effettivamente presente, certificandone l’inesistenza: è il caso di una mancata diagnosi tumore o di un’omessa diagnosi frattura e via discorrendo;
  • ritardata diagnosi, il medico ritarda per imperizia o per negligenza tutti gli opportuni esami necessari ad emettere una diagnosi, oppure ritarda in altro modo la formulazione della stessa.

Il medico è responsabile anche nel caso in cui la sintomatologia del paziente dovrebbe indurlo a formulare una diagnosi differenziale ma egli non provveda ad eseguire i dovuti esami clinici ed accertamenti ulteriori, per valutare altre ipotesi, rimanendo fermo nella sua diagnosi iniziale, che, in seguito, si rivela errata.

Malasanità: casi di diagnosi sbagliata

Abbiamo già detto come gli errori di diagnosi e trattamento costituiscono la prima causa di danni da malasanità. Per un ulteriore approfondimento sui casi più frequenti di malasanità rimando alla lettura di questo articolo “Malasanità: quali sono i casi più frequenti?“.

In ambito di responsabilità medica una diagnosi sbagliata può comportare conseguenze anche molto gravi come avviene ad esempio nei principali casi di malasanità di seguito riassunti.

Errata diagnosi di tumore

Una particolare ipotesi di diagnosi errata è quella relativa alla diagnostica dei tumori: un errata diagnosi in questi casi si verifica quando il cancro viene diagnosticato ad un paziente che non ne è affetto, o quando viene indicata l’assenza di cancro ad un paziente che, al contrario, ne è affetto.

In entrambi i casi, lo stato attuale del paziente viene mal interpretato, e lo stesso viene sottoposto a trattamenti non necessari o perde la possibilità di ricevere cure tempestive.

Diagnosi errata pronto soccorso

Frequente, è altresì il caso di errore medico in pronto soccorso. Non di rado assistiamo a diagnosi errate in pronto soccorso dove i medici hanno interpretato male i risultati dei test o fraintendere i sintomi, omettendo così di predisporre ed eseguire importanti cure d’emergenza; per esempio, il paziente affetto da infarto del miocardio potrebbe ricevere un trattamento, errato, per disturbi gastrointestinali; o ancora un’appendicite vien scambiata per influenza gastro-intestinale.

Malformazioni neonato

Particolarmente delicato in ambito di errore diagnostico è l’omessa comunicazione, ai genitori di un bambino ancora nel grembo materno, di eventuali malformazioni o patologie che questi potrebbe avere.

Il diritto che viene in considerazione in questi casi è quello del padre e della madre del nascituro di optare per la volontaria interruzione della gravidanza.

La Suprema Corte (decisione n.  25849/2017) ha riconosciuto a una coppia di genitori il risarcimento per una diagnosi errata che non aveva messo in luce la malformazione del feto, impedendo di fatto alla coppia di poter eventualmente ricorrere all’aborto, alla luce di quella informazione.

Errori diagnostici casi

Altri errori diagnostici più diffusi riguardano:

  • embolia polmonare
  • malattie cardio-vascolari
  • aneurisma aortico addominale
  • appendicite
  • condizioni associate all’addome acuto

Possono, tuttavia, verificarsi ritardi od omissioni anche nella diagnosi delle seguenti patologie:

  • polmonite
  • insufficienza cardiaca congestizia
  • insufficienza renale acuta
  • perforazione dell’intestino
  • occlusione intestinale
  • infezioni

Denunciare un medico per diagnosi errata

Il medico che provoca un danno alla salute del paziente, per errata diagnosi, può andare incontro anche a responsabilità penale.

In particolare, in capo alla condotta del medico potrebbero configurarsi le ipotesi di reato di omicidio colposo o di lesioni personali.

La Suprema Corte, con la decisione n. 47448/2018, ha decretato la condanna per lesioni personali colpose per un medico che, non avendo effettuato i dovuti esami clinici, dimise con la diagnosi di gastrite un paziente che in realtà era affetto da una patologia tumorale favorendo un processo patologico che, se fosse stato subito curato, sarebbe stato evitato o quantomeno contenuto.

Pertanto, se con il proprio errore il medico provoca un peggioramento dello stato di salute, può sussistere il reato di lesioni, e se si verifica addirittura la morte del paziente, quello di omicidio colposo.

Tuttavia, la legge esclude la punibilità se il medico denunciato dimostra di aver agito in ossequio alle linee guida che regolano il caso specifico.

Diverso il discorso per quanto riguarda il risarcimento danni per errata diagnosi, che, come abbiamo visto nei paragrafi precedenti di questo articolo, si basa su presupposti civilistici differenti da quelli che valgono per accertare la responsabilità penale, in cui anche la colpa meno grave può giustificare l’obbligo risarcitorio.

Se non ti fosse chiara la distinzione, ho scritto un articolo specifico che spiega i presupposti in entrambi i casi per Denunciare un medico per diagnosi sbagliata.

Errata diagnosi medica, risarcimento: a chi rivolgersi

Per concludere l’argomento di questo articolo, evidenziamo che, in caso si errata diagnosi medica, il risarcimento può essere richiesto a i seguenti soggetti:

  • alla struttura sanitaria, pubblica (Asl) o privata, presso cui il professionista ha operato;
  • al medico autore dell’errore;

Si tratta di una scelta che comporta importanti conseguenze dal punto di vista della normativa applicabile ed è per questo che è consigliabile affidarsi a dei professionisti qualificati nel settore della responsabilità medica.

Ad ogni buon conto, prima di instaurare una causa o intraprendere una denuncia nei confronti di un medico per diagnosi sbagliata la legge richiede l’espletamento di determinati adempimenti preliminari per tentare un confronto tra le parti.

Se hai bisogno di valutare un caso specifico e capire se ti trovi di fronte ad un’ipotesi di diagnosi sbagliata, puoi contattare QUI il nostro studio per ottenere un inquadramento medico legale del caso.

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