Risarcimento per errore medico: 3 casi in cui non è possibile
Ma è sempre possibile ottenere un risarcimento danni per errore medico?
Ovviamente la risposta è negativa; tuttavia, tra le diverse ragioni per cui non sempre è possibile ottenere un risarcimento danni per negligenza medica, voglio segnalarti quelle più frequenti e importanti che si presentano a chi, come te, ritiene di aver subito un danno.
Capita spesso infatti, di lamentare situazioni di presunta malasanità che, ad un’attenta analisi medico legale, non rappresentano in realtà una vera ipotesi da proseguire con una formale azione di richiesta danni.
Questo perché, nella maggior parte dei casi si è potuto trattare di un errore interpretativo da parte del paziente, o di un difetto di comunicazione o ancora di una cattiva relazione con il personale sanitario.
A volte, specie nei casi in cui vi è stata scarsa empatia con il personale sanitario, si ha come una percezione negativa della professione medica, che si riverbera sull’aspetto clinico e assistenziale e che sfocia, alla fine, in sentimenti di rabbia e di rancore, soprattutto se il perdurare della malattia non aiuta a star bene.
Mi capita spesso di parlare con persone che mi espongono il loro caso e di percepire un certo atteggiamento distante rispetto al medico che l’aveva in cura; sono pronte a contrariare ogni sua scelta e ogni sua decisione. Nei casi in cui poi, si è effettivamente verificato un evento “avverso” ecco che il collegamento tra “comportamento del medico” e “danno” è immediato e pieno di connotati di rabbia e rancore.
E’ facile, quindi, attribuire la colpa del proprio stato di salute all’attività del medico, come nei casi di intervento chirurgico, ma bisogna fare attenzione che non sempre è così, soprattutto se non ci sono tutti quegli elementi richiesti dalla legge che, al netto degli stati emotivi (rabbia, dolore, frustrazione etc…), e di quanto di brutto sia successo, non possono mancare per sostenere una solida richiesta di risarcimento danni per errore medico.
Proprio per la mancanza di questi elementi, può capitare che, all’esito delle mie consulenze, lascio le persone con una sorta di “amaro in bocca” perché dico loro, onestamente, che l’errore medico non è stato accertato e che, quindi, non è possibile procedere con le richieste di risarcimento.
Ma quando si verifica questo?
Quali sono esattamente le ipotesi più frequenti in cui non è possibile ottenere un risarcimento per errore medico?
Scopriamole insieme e vediamo se anche il tuo caso rientra in una di queste ipotesi.
3 casi principali in cui non è possibile ottenere un risarcimento per errore medico
1. MANCANZA DI NESSO CAUSALE
E’ il motivo più comune e frequente per cui vengono rigettate le richieste di risarcimento danni per errore medico.
In pratica, dopo aver attentamente studiato ed analizzato il caso, l’esito della consulenza è negativo per mancanza di nesso causale, quando non c’è nessun collegamento tra il comportamento del personale sanitario (o la degenza presso la struttura) e quello che una persona avverte come danno o aggravamento del suo quadro clinico.
Questo può capitare perché il peggioramento delle proprie condizioni di salute è stato causato da altri fattori, ad esempio personali, come una determinata patologia preesistente nel soggetto, o da altre circostanze che non hanno niente a che vedere con il comportamento del medico: ad esempio quando sono stati eseguiti altri interventi che hanno interferito nella produzione del danno.
Per ottenere un risarcimento per errore medico, il nesso causale, va provato anche nelle ipotesi di omissione, cioè nei casi in cui si denuncia che un medico non ha tenuto un comportamento che avrebbe, invece, dovuto tenere obbligatoriamente (pensa, ad esempio, all’omessa vigilanza di un paziente).
Anche quando il medico aveva un preciso obbligo e si è sottratto a quel comando, non è sufficiente la sola violazione, ma va provato il nesso causale.
Occorre, quindi, essere certi che con il comportamento doveroso il danno non si sarebbe verificato, secondo la regola di accertamento del “più probabile che non”: vale a dire secondo un criterio necessariamente probabilistico attraverso cui possiamo ritenere che l’opera del medico, se correttamente e prontamente prestata, avrebbe avuto fondate possibilità di evitare il danno.
2. DOCUMENTAZIONE CLINICA INCOMPLETA
L’importanza del nesso causale ci porta a considerare il secondo motivo per cui gran parte delle consulenze per l’accertamento dei presupposti medico-legali hanno esito negativo e non è quindi possibile procedere a richieste di risarcimento per errore medico.
Infatti il nesso causale, così come gli altri presupposti richiesti dalla legge per poter chiedere il risarcimento dei danni, deve trovare dimostrazione nella documentazione clinica. Il più delle volte, invece, si è in presenza di documenti insufficienti, incompleti o inadeguati che non servono a dimostrare la colpevolezza del sanitario.
Il riferimento è a tutti quei casi in cui quello che viene raccontato o che si vorrebbe sostenere come ipotesi di errore medico, non trova riscontro, ad esempio, nella cartella clinica e nella documentazione medica; per giunta in certi casi vengono richieste consulenze senza nemmeno avere la cartella clinica, che tra tutti i documenti è senz’altro quello più importante.
Sull’importanza della cartella clinica, se ti interessa approfondire l’argomento, ho scritto uno specifico articolo, in cui spiego le sue caratteristiche e il perché rileva così tanto per la richiesta di risarcimento.
3. DECORRENZA DEI TERMINI PER L’AZIONE DI RISARCMENTO
Nei casi in cui, invece, la documentazione è completa ed possibile dimostrare il collegamento tra il comportamento del sanitario e l’aggravamento della malattia, succede che, comunque non si può procedere con la richiesta di risarcimento danni per errore medico, dal momento che i termini di legge sono prescritti.
La prescrizione è l’effetto che la legge attribuisce al mancato esercizio di un diritto che, se non esercitato entro un certo tempo si estingue.
Così, ad esempio, se io non esercito il mio diritto al risarcimento nell’arco di 5 o 10 anni, a seconda dei casi specifici, lo perdo senza poter fare più niente.
Per sapere entro che tempi è possibile richiedere un risarcimento per errore medico ho dedicato un articolo specifico che trovi: “tempi per denuncia malasanità“.
Come evitare tutto questo?
Come ottenere un risarcimento per errore medico
Prima di farti prendere da decisioni frettolose o da timori ingiustificati contro un presunto errore medico, è buona cosa, quindi, ripensare ai punti precedenti se non vuoi compiere ingenui errori di valutazione e non vuoi che le tue richieste vengano respinte.
Raccogli più informazioni possibile, in modo tale da avere più elementi a tua disposizione, consulta un altro specialista eventualmente; è sempre un tuo diritto chiedere un altro consulto prima di inneggiare all’errore medico (ricorda che alcune situazioni possono essere percepite solo apparentemente come errore).
Rivolgiti ad un avvocato solo dopo che i tuoi dubbi, preoccupazioni o proteste, trovano riscontro anche nella documentazione medica in tuo possesso.
In ogni caso per evitare di incappare in errori di interpretazione, un avvocato specializzato saprà confermarti se è possibile dimostrare il nesso di causalità tra danni subiti e la condotta del medico e saprà indicarti la strada giusta specifica per ottenere un risarcimento per errore medico, senza perdere tempo prezioso e incappare nella prescrizione.
Al riguardo, è quindi consigliabile richiedere, preventivamente, una valutazione preliminare per il caso specifico.

Avv. Angelo Forestieri
Avvocato con focus sulla Responsabilità civile e il Risarcimento danni alla persona e autore di varie pubblicazioni nei principali portali giuridici sui temi della responsabilità medica e della struttura sanitaria.
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