Vittima malasanità: siamo proprio sicuri?

Cosa intendiamo quando ci sentiamo “vittima di malasanità” e cosa c’entra esattamente la colpa medica?

Quando riteniamo che un medico ha sbagliato a curarci, dentro di noi possono scattare diverse reazioni: c’è chi è più impulsivo, e scatta subito invocando la colpa del medico, c’è chi è più cauto e vuole vederci chiaro, altri ancora, non si pongono domande e solo a distanza di tempo si rendono conto dell’errore medico.

Ma cosa intendiamo esattamente quando ci riferiamo alla colpa medica? Quando possiamo dire che un medico ha sbagliato e ritenerci vittima di un caso di malasanità?

Giuridicamente, quando parliamo della colpa in ambito medico, ci riferiamo alla deviazione di una condotta da norme di legge, da un provvedimento amministrativo, o da una regola di comune prudenza o, ancora, da un protocollo sanitario o una particolare Linea Guida.

Quindi, in pratica, diremo che è in colpa il medico che non si attiene ad una di queste regole.

La comparazione tra le condotte deve essere fatta tra quella effettivamente tenuta dal medico e quella attesa, cioè quella che ci si attende da un medico bravo. Si andrà, quindi, a verificare se quel medico ha tenuto la condotta che avrebbe dovuto tenere un medico diligente, ai sensi dell’art. 1176 co. 2 cc. (che non è quella di un medico mediocre, bensì quella di un medico “bravo”).

In altre parole, andremo quindi a vedere non la condotta che io mi sarei aspettato o che da un punto di vista soggettivo, secondo il mio personale giudizio, avrebbe dovuto tenere il medico che mi ha curato, ma quella che avrebbe dovuto tenere un professionista serio, preparato, zelante ed efficiente.

Approfondiamo di più e cerchiamo di capire meglio cosa implica tutto questo se ci sentiamo vittima di malasanità.

vittima malasanità

Vittima malasanità: presupposti

Interventi chirurgici male eseguiti, diagnosi errate od intempestive, incidenti avvenuti nella struttura sanitaria, costituiscono la classica casistica che danno vita ad un risarcimento per i pregiudizi subiti, tuttavia ciò non è automatico.

Va fatto innanzitutto presente che il danno può essere risarcito solo se esso è conseguenza immediata e diretta del comportamento del danneggiante.

Per questo motivo chi intende richiedere il risarcimento deve sempre dimostrare che il pregiudizio si trova in rapporto di causa-effetto rispetto all’attività del medico.

Non bisogna, quindi, confondere gli errori risarcibili da quelli che non hanno rilevanza giuridica e non potranno soddisfare richieste di risarcimento.

Spesso, infatti, molte persone confondono l’errore vero, con altre criticità, irrilevanti giuridicamente, come ad esempio una cattiva, generica, gestione delle complicanze chirurgiche o un anamnesi frettolosa, ma corretta.

Altre volte i pazienti percepiscono come conseguenza di un errore delle situazioni in cui il medico si è attenuto scrupolosamente alle regole di condotta in cui, il peggioramento dello stato di salute, è dovuto ad altre patologie preesistenti del paziente stesso.

Cosa ci spinge, allora, a ritenere di essere stati vittima di un errore medico o di malasanità?

Casi in cui pensiamo (erroneamente) di essere vittima di malasanità:

1.    Errore interpretativo

Siamo bravi a raccontarcela, ma non siamo altrettanto bravi a verificare e testare quello che ci raccontiamo. Capita, infatti che i nostri racconti si basano su informazioni superficiali o nostre personali sensazioni o credenze, che non trovano poi riscontro nella documentazione clinica di riferimento, per cui erroneamente riteniamo di essere “vittima di malasanità“.

Ciò avviene, ad esempio, quando riteniamo di aver effettuato una terapia ma non vi è traccia delle indicazioni del trattamento farmacologico nei documenti clinici.

Delle volte l’errore interpretativo è causato dalla complessità della materia e dal tecnicismo che i medici utilizzano nella loro comunicazione: la mancanza di informazioni semplici, quindi, non ci fa capire come siano state gestite le complicanze, che quindi vengono immediatamente percepite come “errori”.

Spesso, ci lamentiamo di una generica mancanza di assistenza, e non anche di una vera e propria carenza professionale, suscettibile di conseguenze dannose e risarcibili.

Capita, inoltre, che le persone associno qualsiasi pregiudizio alla condotta medica, anche se non  “conseguenza immediata e diretta” di quella condotta; al riguardo dobbiamo tener presente che non è possibile richiedere ad esempio il risarcimento per spese che si sarebbero dovute comunque sostenere e che magari sono solo indirettamente riconducibili all’operato del medico che ha eseguito l’intervento o la terapia.

2.    Errore di comunicazione

La carenza di informazione tra medico e paziente è spesso causa di incomprensioni e di inevitabili fraintendimenti che portano il più delle volte ritenere che il medico sia in colpa e a sentirci vittima di malasanità.

E’ pur vero che a causa del continuo turn over del personale sanitario, della scarsa leggibilità del diario clinico e dei referti, gli operatori sanitari che si susseguono, mettono in difficoltà la relazione con il paziente, il quale non ha un referente unico con cui rapportarsi.

Tuttavia, la mancanza di una unicità di rapporto, non dovrebbe impedirci l’instaurazione di un dialogo trasparente e di un rapporto di fiducia con i nostri medici curanti.

A questo proposito ti invito a leggere i “10 diritti fondamentali del paziente in ospedale” o quest’altro articolo: “Modulo consenso informato: 7 caratteristiche essenziali” per comprendere quando puoi ritenerti vittima di malasanità in relazione ad un reale difetto di informazione nei tuoi confronti.

Sul punto è bene ricordare, in ogni caso, che è sempre possibile pretendere le informazioni necessarie, rivolgersi ad un altro specialista per avere una seconda opinione, così come è nostro diritto quello di rifiutare la cura.

3.    Errore di relazione

La “distanza” del personale, la mancanza di empatia, l’assenza di momenti di conforto e rassicurazione e il timore reverenziale nei confronti di alcuni professionisti, ci portano molto spesso ad avere una percezione negativa dei medici e dei sanitari.

Capita, allora, di tradurre queste situazioni in casi di errori clinico-assistenziali e  sentirsi quindi “vittima di malasanità” per poi farsi prendere dall’impulso e seguire i propri desideri di vendetta.

Il consiglio è quello di “calmare le acque”, rendendosi pienamente consapevoli dei propri stati d’animo e della propria situazione.

Non possiamo cambiare qualcosa o pretendere di riparare una determinata situazione se non sappiamo esattamente cosa dobbiamo modificare e perché.

Agire in base alla rabbia o allo sconforto non è mai un buon motivo e il rischio è sempre quello di perdere molto di più di quello che si pensa di aver perso.

vittima malasanitàVittima di malasanità: Cosa fare quindi?

Se ritieni di essere vittima di malasanità, contattare un avvocato specializzato ti può aiutare sicuramente a comprendere se nel tuo caso si è relamente verificato un errore medico risarcibile e a non confonde l’errore vero con altre criticità giuridicamente irrilevanti.

Significa, in altre parrole, affidarsi ad un professionista che ha come unico interesse quello di farti ottenere il giusto risarcimento per id anni subiti, quando realmente il caso riguarda effettivamente un ipotesi di malasanità e non un qualsiasi altro errore irrilevante per il diritto, come quelli appena visti nel corso di questo articolo.

Lo scopo è  quello di evitare il contenzioso frivolo che ti farebbe solo spendere altri soldi,  in cui si rischia inevitabilmente di essere coinvolti quando ci si sente “vittima di malasanità” e non si hanno chiari i presupposti sorpa visti.

Infatti, un Avvocato specializzato sarà onesto nel valutare il potenziale risarcimento che intendi richiedere e nel discutere con te se si tratta veramente di un errore medico, consigliandoti, quindi, se vale la pena affrontare l’iter di una richiesta di risarcimento.

Ho scritto un articolo specifico che trovi qui per sapere perché conviene rivolgersi direttamente ad un avvocato in caso di malasanità.

Se hai delle buone ragioni per ritenere che il tuo caso è riferibile a colpa medica, puoi trovare ulteriori spunti di approfondimento anche in questi articoli:

Immagino che, se sei vittima di malasanità, avrai sicuramente voglia di poterti dedicare alla tua vita di sempre, tornare a praticare i tuoi hobbies e lo sport di cui eri tanto appassionato. Sarai stanco o stanca di sopportare il dolore e non vuoi più sentirti un impedito a soli quarant’anni.

Per tirarti fuori da questa situazione e capire se effettivamente puoi richiedere un risarcimento dei danni subiti, valuta la possibilità di richiedere ora un una valutazione preliminare del tuo caso,  cliccando qui.

 

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