Tempi per denuncia malasanità: quali sono?
Se sei alla ricerca di sapere quali sono i tempi per una denuncia di malasanità, sempre che il tuo diritto sia fondato, in questo articolo scopriamo subito quali sono e come attivarsi per difendere al meglio i propri diritti.
Innanzitutto, occorre fare una precisazione importante e utile.
Colloquialmente, parliamo di “denuncia” per riferirci indifferentemente a qualsiasi azione, civile e penale volta ad ottenere giustizia per un caso di malasanità.
Giuridicamente, invece, parliamo propriamente di “denuncia” solo quando ci vogliamo riferire all’azione penale, mentre per gli altri casi, quando ci rivolgiamo ad un determinato soggetto formulando una richiesta di risarcimento, facciamo riferimento all’azione civile.
La distinzione non è indifferente, dal momento che i tempi sono diversi per proporre le rispettive azioni, nell’un caso e nell’altro, come vedremo in questo articolo.
Tempi per denuncia malasanità: l’azione penale
Con il termine “denuncia”, giuridicamente, si intende l’atto con il quale viene portato a conoscenza delle Autorità (Pubblico Ministero, Polizia, Carabinieri) un fatto di un reato perseguibile d’ufficio.
Nei casi di malasanità, generalmente, è il caso di morte conseguente ad erroneo intervento medico-sanitario.
Per gli altri casi risulta necessaria la querela. Spesso i due termini si confondono poiché nel linguaggio comune si parla di denuncia anche quando si intende l’atto della querela.
In entrambi i casi, si attiva un procedimento di tipo penale che ha una funzione ben precisa, ovverosia quella di punire l’autore del reato (omicidio, lesioni etc..).
Per sporgere querela, per reati di lesioni personali colpose, conseguenti ad un episodio di malasanità, si hanno tre mesi di tempo dalla data in cui si è venuti a conoscenza del reato.
Viceversa, in caso di morte del paziente (e, quindi, di presunto omicidio colposo), trattandosi di reato non perseguibile a querela, la relativa denuncia non è soggetta a limiti di tempo.
Denuncia malasanità: quando e come farla
Il consiglio generale è quello di denunciare i casi solo quando vi sono gravi mancanze da parte del medico o della struttura sanitaria.
Nei casi in cui i fatti non sono fondati, infatti, ci si espone al rischio di compromettere i rapporti con i sanitari e soprattutto, se la finalità è semplicemente di “vendetta”, ci si può ritrovare con una contro-denuncia per calunnia.
In questi casi è sempre meglio chiedere la consulenza preventiva di un avvocato.
Ciò è ancor più vero se consideriamo che le casistiche in cui vale davvero la pena avviare un procedimento penale non sono molte e sono rappresentate da quelle particolari situazioni di gravità (come il caso della morte di una persona), dove :
- occorre fare delle indagini urgenti,
- occorre acquisire dei documenti che potrebbero essere contraffatti o alterati (es. cartella clinica),
- serve un autopsia o si deve provvedere ad un sequestro.
Al di furoi di questi casi, quando non si deve penalmente perseguire il sanitario, si può procedere in sede civile per richiedere il risarcimento dei danni subiti, come vedremo in seguito alla fine di questo articolo.
Cosa fare per denunciare?
Chiarito che non si denuncia tanto l’ospedale, quanto l’episodio di malalasanità, o più che altro la specifica condotta medica che ha portato alle lesioni o alla morte, la denuncia (penale), può essere fatta oralmente o per iscritto, da chiunque, e non richiede delle forme particolari; nel primo caso il pubblico ufficiale (il carabiniere ad esempio) redige un verbale di quello che è stato raccontato, nel secondo caso l’atto deve essere sottoscritto dal denunciante.
La querela, invece, richiede che la persona offesa dal reato o il suo legale rappresentante faccia espressa richiesta di punizione contro il colpevole del fatto.
Sebbene l’assistenza legale non sia obbligatoria, è appena il caso di evidenziare che i vantaggi di farsi assistere da una figura professionale come quella dell’avvocato, sin dalle prime battute, sono indiscussi.
E’ importante, infatti, che denuncia e querela, siano fondate su solidi presupposti legalui e contengano determinati elementi giuridici tra cui l’avviso di richiesta di archiviazione, o l’opposizione all’eventuale definizione del procedimento con decreto penale di condanna, per far valere eventuali opposizioni e soddisfare pienamente i propri diritti.
Hai bisogno di supporto per denunciare un caso di malasanità? Contattaci per assistenza.
Come denunciare un errore medico?
Il denunciante deve provvedere all’esposizione del fatto costituente reato.
E’ utile indicare quanto più dettagliatamente possibile i fatti accaduti, indicando precisamente luoghi, tempi e modalità di svolgimento.
Prima di sporgere denuncia per un caso di malasanità, occorre raccogliere tutta la documentazione utile a dimostrare l’avvenuto caso o avvenuti casi di malasanità.
Questi atti, dovrebbero essere sottoposti ad un medico legale, grazie al quale è possibile capire se ci sono i margini per procedere per malpractice medica.
Prima di procedere alla denuncia, infatti, trattandosi di una procedura da avviare per gravi mancanze da parte del medico o della struttura sanitaria, è doveroso verificare preventivamente la sussistenza delle prove, per non incorrere a propria volta in responsabilità (per calunnia ad esempio).
L’ambito della responsabilità sanitaria è una materia vasta e complessa dove competenze di diritto e medicina si intrecciano e in cui ogni vicenda di responsabilità è a sé, nella sua irripetibile unicità, e come tale da valutarsi.
Ne dobbiamo necessariamente dedurre che, uno studio legale di professionisti specializzati in malasanità, pertanto, è in grado di operare una rigorosa disamina del caso, a seconda che si tratti dell’ambito della ginecologia/ostetricia, neurochirurgia, oncologia, cardiologia, ecc., e procedere all’esatta quantificazione di tutti i danni subiti, da richiedere ai soggetti responsabili.
In questo campo, la professionalità è d’obbligo. Per questo se ritieni di essere vittima di un caso di malasanità e hai bisogno di aiuto potrebbe anche interessarti un supporto qualificato.
Chi può sporgere denuncia?
A sporgere denuncia per un caso di malasanità possono essere sicuramente il paziente danneggiato, o il suo avvocato o rappresentante, in caso di minore o incapaci; i familiari, nei casi di decesso. Non dimentichiamo che può sporgere denuncia anche qualsiasi altro cittadino che sia aconoscenza di un reato, un pubblico ufficiale o un incarico di pubblico servizio.
Tempi per denuncia malasanità in sede civile: il risarcimento del danno
Esiste senz’altro una tendenza dell’ordinamento a sfavorire l’inerzia e, in un certo senso, a stimolare ad agire.
La legge infatti, definisce chiaramente i tempi entro cui far valere un proprio diritto in giudizio.
La conseguenza, in questi casi, è che il diritto di avanzare la richiesta risarcitoria diventa prescritto se i termini fissati dalla legge sono scaduti.
In sostanza, chi non esercita un diritto lo perde.
Per definire i tempi per denunciare in sede civile ipotesi di malasanità, la recente riforma normativa (L. n. 24/2017) stabilisce espressamente che la struttura sanitaria o sociosanitaria pubblica o privata che si avvale dell’opera dei medici, risponde, ai sensi degli articoli 1218 e 1228 del codice civile, delle loro condotte dolose o colpose.
Questo comporta un vantaggio per il paziente danneggiato che si traduce in termini di prescrizione più lunghi.
Quanto tempo sia ha per fare causa all’ospedale?
Si ha tempo fino a dieci anni dal momento in cui il danno dovuto a malasanità viene percepito tale dal paziente.
A seguito della recente riforma normativa, infatti, la natura della responsabilità della struttura è di tipo contrattuale, con la conseguenza che i diritti di chi vuole ottenere un risarcimento e intende fare causa all’ospedale in cui è stato ricoverato, si estinguono per prescrizione con il decorso di 10 anni.
Quanto all’azione civile nei confronti del medico, la stessa legge prevede che l’esercente la professione sanitaria risponde del proprio operato ai sensi dell’articolo 2043 del codice civile, che disciplina il risarcimento per fatto illecito. Nei suoi confronti, quindi, la legge sancisce che il diritto al risarcimento del danno si prescrive in cinque anni dal giorno in cui il fatto si è verificato.
E’ fatto salvo il caso in cui il medico abbia agito nell’adempimento di un contratto intercorso con il paziente, in quel caso la responsabilità è di tipo contrattuale ed il relativo termine prescrizionale torna ad essere di dieci anni.
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Malasanità, tempi per denunciare:
Quando ci riferiamo alla volontà di intraprendere un’azione civile, come abbiamo sopra specificato, possiamo riassumere così i tempi entro cui agire:
responsabilità contrattuale della struttura sanitaria, la domanda va presentata entro 10 anni;
responsabilità del medico scelto dal paziente, la domanda va presentata sempre entro 10 anni;
responsabilità del medico non scelto direttamente dal paziente, la domanda va presentata entro 5 anni.
Quanto al risarcimento danni ai familiari, che anche loro hanno titolo a chiedere un risarcimento nella qualità di eredi per i danni subiti dal parente deceduto, il diritto al risarcimento si prescrive in dieci anni se vengono richiesti i danni subiti dal parente come l’invalidità temporanea e l’invalidità permanente, che sono acquisiti nel bagaglio ereditario.
Viceversa, se si fa valere il diritto al risarcimento dei danni direttamente subiti (iure proprio) a causa dell’esito infausto dell’intervento medico (che ha visto magari la perdita del proprio congiunto), come ad esempio quando si chiede il risarcimento dei danni da perdita del “rapporto parentale”, il relativo termine di prescrizione è di 5 anni.
Se vuoi sapere da quando calcolare i termini, può esserti utile leggere questo articolo in materia di risarcimento, malasanità e tempi.
Chiarito, quindi, quali sono i tempi per denuncia malasanità, in sede civile va precisato infine, che ai sensi dell’art. 2945 del codice civile, la prescrizione si può interrompere; ciò vuol dire “guadagnare” altro tempo e quindi altri 10 o 5 anni a seconda dei casi che ti ho mostrato.
Cosa occorre? come fare per interromperla?
E’ sufficiente, infatti, una semplice lettera raccomandata a/r o o l’equivalente posta elettronica certificata, con la richiesta dei danni, debitamente motivata con le ragioni a sostegno di quello che si sta affermando e meglio ancora con la dicitura di voler espressamente interrompere la prescrizione ad ogni effetto di legge, per interrompere il decorso dei termini e “guadagnare” altro tempo.
Risarcimento malasanità: tempi?
La domanda che molti si pongono, di fronte ad un caso di accertata malasanità è “quali sono i tempi per ottenere il risarcimento?”
Non è possibile, in generale, stabilire esattamente, per un risarcimento da malasanità, quali sono i tempi necessari. Si può tuttavia, cercare di offrire un quadro di riferimento indicativo.
La diffida stragiudiziale prevede un ultimatum concesso alla struttura sanitaria che va dai 7 ai 15 giorni, anche se, non è mai propriamente in questi tempi che si definisce la vertenza. Nella pratica, si apre un articolato iter di trattative ad esito del quale l’azienda ospedaliera, o l’assicurazione garante, può provvedere spontaneamente alla liquidazione del danno inviando la relativa quietanza in tempi brevi, compresi in media tra 90 e i 180 giorni, sempre che non ci sisano contestazioni particolari e il caso non sia particolarmente complesso.
Le altre vie, in caso di mancato accordo, o di rifiuto da parte dell’ospedale, sono quelle della consulenza tecnica preventiva e della causa civile.
Il procedimento per la consulenza tecnica preventiva per la composizione della lite, di cui all’art. 696 bis cpc, è quel procedimento attraverso cui per dirimere le questioni ci si avvale di un consulente tecnico d’ufficio (CTU), ossia un medico imparziale nominato dal tribunale, che valuta l’accaduto e individua le responsabilità civili, tentando, ove possibile, la conciliazione delle parti. E’ previsto per legge che il termine massimo per concludere il procedimento è di sei mesi: termine che inizia a decorrere dal momento in cui è stato depositato il ricorso. In pratica, salvo rinvii ed imprevisti, i tempi per la conclusione di un procedimento di questo tipo di media complessità possono essere mediamente in circa 1 anno e mezzo/ due anni.
Causa civile risarcimento danni: tempi
I tempi del risarcimento danni da malasanità qualora si avvia una procedura di giudizio ordinario avanti il tribunale, sono ben più lunghi e possono variare invece dai i 3 e i 5 anni.
I tempi del procedimento civile dipendono infatti da numerose variabili, tra cui ad esempio la rapidità del tribunale adito, per quanto riguarda la fissazione delle udienze e la complessità della materia e del caso specifico.
Come avrai certamente avuto modo di intuire dalla lettura di questo articolo, in casi di malasanità, è sempre bene rivolgersi quanto prima ad un avvocato specializzato che saprà supportarti per ottenere giustizia e consigliarti la strada per te più “veloce” e sicura da intraprendere per tutelare i tuoi diritti di fronte ad un’ipotesi di malasanità.
In caso di malasanità, infatti, è facile non sapere cosa fare, a chi rivolgersi, e cadere nella mani di soggetti poco preparati e qualificati, con il rischio di sprecare soldi e perdere tempo inutilmente.
In ambito di responsabilità medica, come sappiamo, sono numerosi i soggetti che operano privi di adeguata competenza e specializzazione e che, in alcuni casi, non condividono neppure gli interessi della persona-paziente danneggiata.
Il rischio per chi vuole essere risarcito è di non sentirsi sufficientemente tutelati, o peggio, dover rinunciare ad una cospicua fetta del proprio risarcimento per i danni subiti a favore di soggetti che speculano sulle disgrazie altrui.
Per evitare questo, al fine di ottenere un risarcimento danni per negligenza medica è importante accertarsi che la pratica sia seguita con tempi certi, previa verifica dei presupposti legali necessari per poter procedere con l’azione legale.
Denuncia ospedale: a chi rivolgersi
Ovviamente l’Avvocato è l’unico professionista autorizzato dalla legge ad assisterti in tutte le fasi del procedimento per ottenere giustizia in casi di malasanità.
Inoltre, per legge, sono attività esclusive dell’avvocato, l’assistenza, la rappresentanza e la difesa nei giudizi davanti a tutti gli organi giurisdizionali e nelle procedure arbitrali rituali.
In altre parole, per attivare una causa contro un ospedale o avviare un procedimento tecnico alternativo al contenzioso (c.d. Procedimento per Accertamento Tecnico) per accertare le reali responsabilità mediche, è richiesta la necessaria difesa tecnica di un avvocato qualificato per casi di malasanità.
Del resto, anche i soggetti che a vario titolo operano nel settore, si rivolgono necessariamente agli avvocati per la tutela dei diritti dei loro associati. La conseguenza di ciò è che la persona danneggiata da malasanità finirà per dare l’incarico ad un avvocato che gli verrà direttamente indicato dall’associazione, con inevitabile aggravio di costi e perdite tempo che potrebbero essere evitati rivolgendosi direttamente ad un professionista qualificato senza dover “passare” per altri intermediari.
E’ quindi importante che sia la persona danneggiata che individui l’avvocato più consono al proprio caso attraverso un proprio personale procedimento di scelta.
Parimenti alle associazioni, nemmeno gli studi di infortunistica possono fornire assistenza legale nel processo, né fornire assistenza legale in modo continuativo, sistematico ed organizzato al di fuori del processo, per le stesse ragioni di prima.
In questo campo la professionalità è d’obbligo.
Tale atteggiamento nei confronti di una materia così delicata, è ancor più garantito dalla figura di un avvocato qualificato su cui incombono precisi doveri e obblighi, come spiego in questo articolo.
Maggior professionalità è anche sinonimo di maggior successo nell’ottenimento del risarcimento
Il vantaggio che ne deriva è notevole: evitare di intentare azioni prive di fondamento o comunque di scarso apprezzamento economico
Va considerato poi che, nella maggior parte dei casi le valutazioni da compiere non sono automatiche o standardizzabili, come può avvenire in altri settori, e propendere per un direzione piuttosto che un’altra, può comportare gravi conseguenze se non si è assistiti da una figura seria e professionale.
Si pensi, come si è detto sopra, ad esempio, al rischio di incorrere in una controquerela per calunnia o diffamazione se la denuncia per malasanità è infondata.
Per affrontare correttamente un caso di malasanità occorre rispettare modi e tempi stabiliti per legge ed allegare le prove che dimostrino l’errore medico.
Ci sono, poi, profili giuridici sottili ed importanti, da tenere in considerazione e da valutare prima prima di richiedere un risarcimento, inoltre, un’azione civile, se ben strutturata, porta ad ottenere un maggior risultato, anche in tempi ragionevolmente brevi e con costi ontenuti.
Per tutti questi motivi è fondamentale rivolgersi ad un avvocato capace di garantire con il suo team di medici legali e specialisti una rigorosa disamina del caso, l’esatta quantificazione dei danni subiti e la messa a punto della migliore strategia al fine di ottenere il risarcimento in tempi ragionevoli e con la massima tranquillità.
Se hai bisogno di sapere se il tuo caso è fondato o se vuoi denunciare quello che ti è successo nelle competenti sedi, valuta la possibilità di richiedere la consulenza di un esperto compilando il modulo di richiesta che trovi QUI.

Avv. Angelo Forestieri
Avvocato con focus sulla Responsabilità civile e il Risarcimento danni alla persona e autore di varie pubblicazioni nei principali portali giuridici sui temi della responsabilità medica e della struttura sanitaria.
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